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L'ORDINE FRANCESCANO SECOLARE NELLE RIVISTE ITALIANE DELL'800 345 parole: «Voglia Iddio che il governo d'Italia tragga dalla sventura un piu grande bene ancora, quello che è nel desiderio di tutti i buoni, di tutti i veri amanti della patria, cioè l'accordo armonioso tra lo Stato e il Venerando Capo della Chiesa» 17 • Anche per quanto riguardava il governo notoriamente settario, la stam– pa francescana dei terziari mantenne il piu stretto riservo, o piuttosto un assoluto silenzio, sui tanti misfatti perpetrati a danno della religione e dei sentimenti di una immensa maggioranza cattolica 18 • Nella questione sociale è noto che il laicato cattolico ne prese coscienza con un certo ritardo, rispetto alle esigenze e alle iniziative socialiste. Ma in questo delicato settore c'era il rischio di venire a patti con la politica del governo e d'immischiarsi in polemiche a non finire e perfino in scontri di piazza. Le riviste per i terziari non rifiutarono, però, d'informare i lettori e di metterli in guardia contro le ideologie di massoni, socialisti, liberali cat– tolici e altri sovvertitori del bene pubblico e della retta giustizia sociale 19 • 17 L'articolo, listato di nero e con la fotografia del re, in Annalifranc. 31 (1900) 497-499. Nessuna menzione della morte in Eco di S. Francesco e in L'Oriente serafico. 18 Gli Annali francescani diedero la notizia dell'occupazione di Roma (20 settembre 1870) prendendola, senza commenti, dall'Osservatore cattolico di Milano del 23 settembre. Cf. An– nali l (1870) 426s. Dell'avvenuta soppressione degli Ordini religiosi a Roma nel 1873, gli An– nali si limitarono a riprodurre le parole di protesta e di condanna pronunciate da Pio IX nella sua allocuzione ai cardinali il 25 luglio. Cf. ibid. 4 (1873) 364s. Alla morte di Vittorio Ema– nuele II (9 gennaio 1878), gli stessi Annali dedicarono alcune poche righe, mettendo in risalto la sua conversione e pentimento «in articulo mortis», anche se in realtà si trattò di una generi– ca e vaga ritrattaziçme orale. Cf. ibid. 9 (1878) 60 (e 186s). Questa morte, ignorata dalle pie– montesi Letture francescane, meritò un equilibrato e positivo commento dell'Eco di S. Fran– cesco, 6 (1878) 42-46. Non è giusto, infatti, addossare alla Casa Savoia, monarchia costituzio– nale, tutte le colpe e responsabilità della politica settaria dei suoi governi. Gli Annali dimo– strarono sempre un rispettoso ossequio verso la dinastia sabauda, a causa della sua tradiziona– le devozione all'Ordine francescano, e più volte si occuparono di alcuni personaggi illustri del– la Casa. Si vedano, ad esempio, i profili agiografici della beata Ludovica di Savoia, clarissa, e della venerabile Maria Clotilde, terziaria, moglie di Carlo Emanuele, re di Sardegna, ìbid. 4 (1873) 417-420 e 8 (1877) 737-742. Sui rapporti dei sovrani Carlo Alberto e Carlo Emanuele I con i cappuccini, cf. ibid. 18 (1887) 220 e 22 (1891) 731. Si veda anche L. D1 STOLFI, La Casa di Savoia e i francescani, in Frate Francesco (Roma) 12 (1939) 10-19. 19 Sulla Chiesa e la questione sociale negli ultimi decenni del XIX secolo si veda il voi. IV dell'opera del Martina (sopra, nota 16). L'enciclica «Rerum novarum» del 15 maggio 1891 fu pubblicata dagli Annali francescani, tradotta in italiano, con il titolo Della questione ope– raia, in 7 puntate per una riposata lettura e riflessione. Cf. Annali 22 (1891) 353 ss. Prima che uscisse l'enciclica, la rivista aveva cominciato a pubblicare nel n. 7 del 1 ° aprile il saggio anonimo: L'operaio e S. Francesco d'Assisi {ossia la riforma cristiana della classe operaia

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