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344 ISIDORO DE VILLAPADIERNA possono, si adoperino ad estinguere le discordie». Per questo le riviste del Terz'Ordine si professarono e si mantennero sempre strettamente apoliti– che e antipolemiche. Nel 1900 il direttore degli Annali francescani, valutan– do l'operato della rivista nei suoi primi 30 anni, scriveva: «Aborrendo del giornalismo clamoroso, qualunque ne sia il colore e la tinta, non abbiamo mai ammesso né ammettiamo i paroloni che non fanno che alimentare l'a– bitudine retorica e teatrale, e non facciamo né della politica né della pole– mica» 14 • E L'Oriente serafico nel presentare il suo programma nel 1889, ammoniva i lettori: «Avvertiamo che il periodico non si occuperà di politi– ca né di controversie filosofiche; cose che troppo sovente conducono a raf– freddare la carità cristiana e a questioni disdicevoli» 15 • Nella questione politica gravava sulla coscienza dei buoni cattolici il «non expedit», che impediva loro la partecipazione alle elezioni politiche, non però a quelle amministrative. Le riviste francescane, anche se ossequiose alle direttive della S. Sede in questa come in qualunque altra materia e de– votissime delle persone dei due papi terziari Pio IX e Leone XIII, non fece– ro mai ostentazione d'intransigenza né di una difesa ad oltranza del potere temporale del papato 16 • Anzi, anelavano la soluzione della questione ro– mana con una onorevole conciliazione. Infatti, quando Umberto I cadde assassinato a Monza il 29 luglio 1900, gli Annali francescani chiudevano il loro Sf:ntito commento alla morte del «nostro Re» con queste significative 14 Cf. Annali frane. 31 (1900) 553. 15 Cf. L'Oriente serafico I (1889) 4. 16 Sul potere temporale della S. Sede, l'unica volta che gli Annali francescani affrontano il tema, si sono limitati a riportare testualmente la parte della lettera del 27 giugno l 887 di Leone XIII al segretario di Stato card. M. Rampolla, nella quale il papa ribadiva il diritto al «principato civile» come assolutamente necessario per l'indipendenza e la dignità della S. Sede. Cf. Annali frane. 18 (l 887) 458-465. Dopo la presa di Roma nel settembre J 870, la venerazione popolare verso il Sommo Pontefice si condensa in una vera devozione al papa virtualmente prigioniero, e in una sentita solidarietà con le sofferenze e privazioni dell'«augu– sto vegliardo del Vaticano», Papa e Re. Cf. P. G. CAMAIANI, Motivi e riflessi religiosi della questione romana, in Chiesa e religiosità (sopra, nota I). Relazioni- II, Milano 1973, 65-128. Di questa devozione a Pio IX da parte dei terziari e della loro condanna dell'usurpazione del potere temporale abbiamo tutto un florilegio di commoventi testimonianze nelle frasi con cui accompagnavano le loro offerte per l'Obolo di S. Pietro, puntualmente riportate nell'ultima pagina di ogni numero degli Annali. Sulla problematica dei rapporti della Chiesa con il mon– do politico lungo il secolo XIX, si veda G. MARTINA, La Chiesa nell'età dell'assolutismo, del liberalismo, del totalitarismo. III: L'età del liberalismo, Brescia 1988; IV: L'età del totalitari– smo, Brescia 1987. Sull'ultimo e travagliato decennio di Pio IX, cf. G. MARTINA, Pio IX (1867-1878) (Miscellanea Historiae Pomificiae, 58), Roma 1990.

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