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166 ISIDORO DA VILLAPADIERNA Per quanto riguarda l'abito con questo tipo di cappuccio adottato dai nostni r,iformatori cappuooini, esso non fu certo un'invenzlione o una esumazione storica di fra Matteo da Ba– soio, come ci vuol far credere Mario da Mercato Saraceno ed altri: come s'è V!Ì.sto più di 30 anni prima esso era stato conces– so agli scalzi delfa Spagna, 1 i qualii lo credevano conforme a quello indossato da san Francesco ,e dai frati dell'Ordine fino ai tempi di Giovanni XXII. Le costituzioni cappuccine - a comincia– re dalla redazione del 1536 (n. 23) fino a quella del 1926 (n. 36) - non fanno altro che raccog1iere e tromandare questa tradizio– ne degli Spirituali, di molto anteriore ailla nasoita della nostra riforma. E fa barba lunga? L'uso della barba non trovava conferma nella tradiziione francescana (infìaHi, gli scalzi non l'adottaro– no). I priimi cappuccini optarono per essa non tanto in omaggio ai 10I10 proteutori camaldolesi, quanto perché appartenente alla fisonomia .tradizionale degli eremiti, camaldolesi o no. Perciò le costituzioni del 1536 - e quelle successive del 1552 e del 1575 -, a diffeI1enza di quanto fanno per il cappuccio quadrato, non por– tano im ba1lo l'esempio ooncreto o espioito di san Francesco. Sol– tanto nelle costhUZlioni del 1638, volUJte dal cardinale Barbenini e daU'Ordine non accettate, ci si rifà a]l'esempio di san Francesco; ma questa motivazione scompare ne11e costituzion~ del 1643 per riapparire poi acriticamente nelle redazioni del 1909 e del 1926. L'l 1 seHembre 1528 Ja S. Penitenzieria rilasoiava il breve Ex parte vestra (QA 220, n. 241) a favore di cinque osservanti delle Marche (fra Matteo da S. Leo e compagni), che così, d'un colpo, ottenevano quello che fra Ludovico da Fossombrone ave– va conseguito in forza di due documenti: condurre vita eremiti– ca «sub habitu a beato Francisco Ordinis praedictii f•ratribus designato» e vivere sotto l'obbedienza dei conventuali. Il prezzo del breve fu più alto di quello dell'omonimo rilasciato nel 1526 a fra Ludovico: 26 tornesi. Come si vede, il Sacco di Roma aveva cagionato una sv:alutaZJione della moneta! In virtù della comunicaziione dei privilegi dei camaldolesi, i recoHetti calabresi fra Ludovico da Reggio, fra Bernardino Gior– gio da Reggio e altri 10 o 12 frati, iiniziiatori anch'essi di una riforma, poterono aggregami alla riforma cappuccina con stru– mento notarile del notaio apostolico Francesco Vannucoi del 16 agosto 1529 (QA e BA 220, n. 242), e successive lettere esecuto– rie del 26 settembre (BA 220, n. 243a).

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