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L'OSSERVANZA IN SPAGNA 283 Spagna di animatori o visitatori esteri. Crediamo perc10 che l'unica spiegazione plausibile del movimento di riforma nella Spagna sia da ravvisarsi nel diretto contatto con le fonti scritte della prima generazione francescana, reso agevole e a portata di tutti nelle compilazioni che fin dalla prima metà del secolo XIV si moltiplicavano anche in Spagna. Di questa tradizione scritta delle fonti francescane sono note le due compilazioni dette di Barcellona. La prima, uscita dalla custodia di Barcellona tra il 1335 e il 1350, proveniva dall'ambiente spirituale moderato; la seconda, della stessa tendenza e scritta nel 1405 o forse nel 1435, proveniva molto probabilmente dalla custodia colettana di Agen nell'A– quitania. Il codice in castigliano antico, Vida de S. Fran– cisco, attualmente nella biblioteca dell'Università di Coim– bra, risale alla seconda metà del secolo XIV (o forse alla prima metà del XV). Queste compilazioni - che non sareb– bero le sole a circolare in Spagna -, oltre ad alcuni scritti essenziali di S. Francesco, riportavano in estratto o integral– mente, gli Actus b. Francisci, lo Speculum perfectionis, la Legenda triwn sociorum ed altro materiale spirituale. Sap– piamo inoltre che nei romitori villacreciani si adoperavano come libri di lettura alla mensa la « Coranica » detta « del- 1' Alvemia », e un'altra opera chiamata « Flores » o « Flore– sta » che potrebbero forse corrispondere alla Legenda peru– sina detta da altri Compilatio Assisiensis o Fiori dei tre compagni. La « Coranica» villacreciana conteneva certamen– te lo Speculum perfectionis. Sarà infatti il testo delle ordina– zioni date da san Francesco per il romitorio della Porziuncola a determinare fondamentalmente la forma di vita della ri– forma del Villacreces, non presa dalla Regula pro eremitoriis, ma dai capitoli 55 e 82 dello Speculum o dalla Legenda perusina (nn. 56 e 107). È comunque certo -che il program– ma di vita della primissima generazione francescana, instau– rata nei romitori, non era stato attinto dalla Legenda maior di Bonaventura, in dotazione ufficiale presso tutti i conventi e romitori.

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