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20 [288] vita e riti di questi ultimi prescriveva loro un contegno caritatevole verso gli Osservanti: per esempio, non questuare dove gli Os– servanti erano soliti mendicare e far parte ad essi delle proprie elemosine (66). Da parte loro, gli Osservanti avevano tutto l'interesse anno– verare i romitori villacreciani e di altri riformati alle loro custodie o vicarie, affin di accrescerne il numero dei frati e conseguire l'ege– monia di fronte ai Conventuali. La loro animosità li spinse all'e– stremo di portare davanti al Consiglio Reale, nel 1457, quindici capi di accusa contro la forma di vita dei Villacreciani, presentata come stravagante e niente affatto francescana. Gli accusatori ap– partenevano alla custodia osservante di Santoyo, uscita, come abbiamo detto, dalla famiglia villacreciana. Secondo fra Lope i loro tendenziosi informatori sarebbero stati alcuni disertori dalle file villacreciane, che lo stesso fra Lope chiama sdegnosamente « scavalcamura » e « almogavari » ( truppe more di guerriglieri o franchi tiratori). Ecco i famosi capi di accusa, così come vengono enunziati da fra Lope nella sua vigorosa confutazione scritta (6 7): 1) nella nostra povera custodia non avremmo prelato; 2) ci diremmo frati del conte di Raro (il patrono dei romitori villacreciani) e non del– l'Ordine né del papa né di san Francesco e, conseguentemente, saremmo un nuovo Ordine; 3) non saremmo visitati; 4) io sarei prelato perpetuo, ciò che non è bene; 5) professeremmo clausura, ciò che non conviene alla nostra professione; 6) nei nostri conventi avremmo la ruota come le monache; 7) riceveremmo ragazzi al– l'Ordine; 8) il panno dei nostri abiti è di << sayal » (bigello) e non di burello, ciò che getterebbe il descredito sull'abito degli Osser– vanti; 9) contrariamente alla Regola non mangiamo carne né be– viamo vino; 10) nel refettorio ci serviamo di tavole rivolte contro il muro; 11) antecipiamo le ore canoniche; 12) il provinciale (dei Conventuali) non sarebbe il nostro prelato, poiché contro i suoi ordini ricercheremmo i favori del conte di Raro; 13) le nostre carceri e correzioni sarebbero « crude »; 14) negheremmo a chiun– que la licenza di passare ad altra famiglia fran~escana; 15) prati– cheremmo austerità estreme, al segno da diventare matti. Nuove accuse furono avanzate dagli stessi Osservanti nel (66) Ibid., 734, 886. (67) Primeras satisfacciones, in Introd11cci6n, 775-851; cf. 675-680.

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