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16 [284] e devota, con un cancello in mezzo; niente volte né pitture nelle mura, eccetto qualche scrittura o « santi documenti » per eccitare alla contrizione e alla penitenza; il coro in alto, con grata. Come unica eccezione alla povertà nell'arredamento sacro, erano per– messi due o tre calici di argento, e qualche croce di cristallo e di lustrino; i paramenti erano di lana colorata. A 60 passi della clausura, la casa per gli ospiti, ai quali, anche se religiosi, era vietata rigorosamente l'entrata in convento o nell'orto. A 80 passi, la stalla per gli asini, per la paglia e il legname, così da evitare il pericolo di incendi (44). A capo della comunità v'era un presidente, cui seguiva ge– rarchicamente, nei conventi maggiori, il « formatore », cioè il maestro di postulanti, novizi, professi giovani e garzoni di ser– vizio (45). Nessun'altra distinzione gerarchica o di anzianità nel coro, al refettorio e in capitolo (46). I frati vestivano un abito di bigello, di lana vergine bianco– nera, grossa, rappezzata, con cappuccio cucito; nei mesi freddi era permessa un'altra tonaca oppure rozze pellicce. Prescritto un altro abito e panni minori per andare a letto, aflin di ovviare al martirio delle pulci, perché la mancanza di un quieto riposo non fosse poi a scapito dell'orazione e del lavoro. I frati andavano scalzi, a piedi nudi durante l'inverno e nell'estate a casa, oppure con pantofole di panno nei quattro mesi freddi; per il lavoro nell'orto e per uscire dal convento, erano permessi i sandali op– pure scarpe fuori uso scartate da altri poveri. Il letto consisteva in un saccone di paglia, con due rozze coperte, e un guanciale di paglia o di felci (47). Il disimpegno degli uffici attivi e contemplativi dei religiosi era regolato minutamente per tutte le 24 ore del giorno. Cinque ,.:ire di sonno prima del mattutino, e una dopo (48). L'ufficio di– vino, normalmente recitato a retto tono, durava complessivamente sette ore nei giorni feriali o di lavoro, otto nelle domeniche e leste di precetto, nove nella Pasqua e in altre solennità. Permes– so un piccolo organo, suonato da un fratello laico. Quindici minuti (44) Per quanto riguarda la fabbrica, la disposizione e la povertà degli edifici (convento e chiesa), cf. Introducci6n, 695s, 720, 750-754, 764s, 773s, 793s, 796-800, 842-847, 902. (45) Sull'ufficio del presidente e dello « enformador », cf. Introducci6n, 687-691. (46) Ibid. 744. (47) Ibid. 708-710, 737-739, 743, 745, 771s, 804-812, 903-906. (48) Ibid. 45.

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