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[281] 13 Oltre la Coranica e i Flores, nei romitori villacreciani si leg– geva la Vita nuova o Legenda maior di san Bonaventura, la quale viene citata più volte espressamente come opera a sé (29) e perciò torse non contenuta nelle dette compilazioni. Fra Lope parla ancora di una « Coranica nova o breve », ma ha delle prevenzioni contro di essa, perché gli sembrava che in essa fosse attenuata la dottrina di san Francesco circa l'astinenza delle carni, così cara agli eremiti villacreciani (30). Perciò la sua lettura, al pari di quella dei testi legislativi dell'Ordine (costituzioni o bolle ponti– ficie sulla Regola, ed esposizioni di qualsiasi genere), era riservata ai soli superiori, di modo che essi, in caso di dubbio, potessero scegliere « il più stretto e il più conforme alla volontà di san Fran– cesco », particolarmente in materia di povertà (31). Inoltre, né Villacreces né fra Lope né lo stesso Pietro di Santoyo volevano che i loro frati sapessero, anzi neppure sospettassero, dell'esistenza di dispute, spiegazioni e mitigazioni intorno alla povertà o alla Re– gola stessa (32). L'assenza di riferimenti alla letteratura polemica propria dei circoli spirituali, denunzia chiaramente l'avversione dei Villacreciani per i metodi e le dottrine estremiste degli Spirituali. D'altronde, fra Lope cita sempre e soltanto la dottrina o le parole di san Francesco, mai quelle di fra Leone o di altri compagni. Questa dottrina autentica di san Francesco (anche se da un punto di vista critico non è poi tanto autentica), ricavata dalle primitive fonti francescane, è l'unica base e l'unica autorità che sorregge la riforma villacreciana, le cui caratteristiche o fisonomia accenneremo brevemente (33). Si esige innanzitutto « la stretta osservanza del Vangelo se- dall'esempio del corpo morto modello di obbedienza, che fra Lope dice trovarsi nei Flores (Introducci6n, 719; cf. 917); il tema non ricorre né nei Fioretti né negli Acttts, bensì nel capitolo 48 dello Spernlum perfectionis, in 2 Cel. 152 e nella Legenda maior (6, 4) di san Bonaventura. (29) Introducci6n, 719, 828, 860, 863. (30) Ibid. 826-828, 860. Gli autori di questo studio pensano si tratti della 1hronica di Giordano di Giano, ma non ci sembra che l'episodio così concreto e dettagliato (la conversazione di san Francesco con san Domenico sul mangiare la carne) com– mentato da fra Lope, possa identificar~ con l'altro episodio raccontato dal da Giano, la cui Chronica, peraltro, non doveva avere un interesse particolare per i conventi castigliani o comunque spagnoli. (31) Introducci6n, 860. (32) Ibid, 715, 724, 854s, 895s. (33) Per le caratteristiche e la sipiritualità della riforma villacreciana, si vedano i capitoli XII e XIII della Introducci6n, 581-660.
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