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378 SANTI E SANTITÀ liberali presentavano come sintesi del loro programma. Il padre Stefano fece rilevare che questo stesso intento egli aveva perse– guito, entro la linea del vangelo, fin dal 1837, allorché aveva incominciato a predicare. Per quanto poi riguardava il tema della istruzione pubblica, molto reclamizzato dal nuovo regime, egli af– fermava: « Nelle cento e piu missioni che ho predicato in questa repubblica, dal 1856 fino al presente, non ho trascurata nessuna occasione per rivolgermi alle autorità locali, facendo loro presente lo stretto obbligo che hanno a proposito della istruzione ». Ma il governo attendeva l'occasione, e la trovò in un discorso in cui il padre Stefano, nel Venerdi Santo 1872, approvava la condanna dell'arcivescovo contro un periodico anticlericale. Gli edi– tori del periodico non solo replicarono duramente, ma chiesero alle autorità del partito di imporre una volta per sempre il silenzio al cappuccino. Intanto il governo, che non voleva perdere la faccia, fece recapitare al guardiano di Antigua una lettera in cui lo si invitava, in quanto superiore, a mandar via il padre Stefano dal paese. Ma il guardiano consegnò la lettera all'interessato, perché si difendesse. Si era all'inizio di aprile, e il padre Stefano non mancò di farlo, mettendo in chiaro che cosa egli intendesse per istruzione cristiana del popolo. La reazione del governo nel mese di giugno, quando tutti i cappuccini furono espulsi dal convento di Antigua « per motivi di alta politica», con l'intervento di cinquecento soldati. Quando questi invasero il convento, il padre Stefano andò loro incontro e disse al colonnello che li comandava: « Possono fucilarci qui stesso, cominciando da me». Anche se si prese la precauzione di farli uscire dal convento di notte, accorse nondimeno una gran folla a salutarli e a offrir loro provviste. Piu tardi il padre Stefano scriverà: « Quando quella immensa folla, che potrebbe calcolarsi in dodici mila persone, vide partire la comunità tra le baionette, proruppe in un pianto generale». L'in– tervento d'un civile che, senza conseguenze, sparò contro il colon– nello che comandava la guarnigione di scorta, fu soffocato nel sangue, con due morti e numerosi feriti tra il popolo. Per far cessare la sparatoria, il padre Stefano saltò giu dal carro e, crocifisso nella mano, si pose tra il popolo e i soldati chiedendo che non si ver– sasse il sangue di fratelli.
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