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SANTI E portato strada di Manresa-Vilumara, e li assassinato. Sulla stessa strada, e forse per mano degli stessi miliziani, il 27 trovava la morte il p. Domenico da Sant de Riudevitlles, di 54 anni, per molti anni apostolo delle campagne della Costarica e del Nica– ragua e devotissimo del S. Cuore di Gesù. E sempre nella stessa strada sarà sacrificato, il 6 agosto, il capogruppo di questi martiri di Manresa (diocesi di Vie), il p. Benedetto da Santa Coloma de Gramanet, di 44 anni, ex definitore, maestro dei novizi e vicario del convento. Prelevato in seguito a una delazione, tra insulti e percosse, fu invitato a bestemmiare; il padre, in silenzio, continuò a stringere e baciare il crocifisso fino al luogo del supplizio. Nella grande città di Barcellona erano confluiti quasi tutti i cappuccini catalani espulsi dai nove conventi della provincia; 26 di essi troveranno la morte nella stessa città o in altri luoghi della diocesi. Questa tragica sfilata verso la morte fu aperta il 28 luglio da due religiosi del convento di Sarria, sede dello studio di filosofia e di teologia, in un sobborgo di Barcellona: il p. Modesto da Mieres, di 60 anni, ex definitore e lettore emerito, autore di scritti sulla redenzione e il corpo mistico, e fra Angelo da Ferreries, di 31 anni, il quale aveva rinunciato a un luogo piu sicuro per assistere un vecchio confratello moribondo e lo stesso inesperto p. Modesto. Tutti e due furono assassinati nei dintorni di Sarria. Lo stesso giorno, ad Arenys de Munt, trovava la morte fra Prudenzio da Pomar, di 61 anni, questuante del convento di Arenys de Mar; quasi cieco e impedito, fu dagli assassini letteralmente trascinato verso il luogo del supplizio, insieme a due sacerdoti seco– lari. Il giorno seguente, 29 luglio, cadevano altri quattro religiosi del convento di Sarria, nei pressi della stazione ferroviaria a nord di Barcellona: il fratello portinaio fra Eligio da Vianya, di 61 anni, suo nipote lo studente di teologia Michele Vianya, di 21 anni, e fra Giorgio da Santa Pau, diciannovenne, studente di filosofia; fermati tutti e tre mentre si accingevano a prendere il treno per raggiungere i loro paesi, furono rinchiusi, con le mani legate, in una dipendenza della stazione. A mezzanotte fu ad essi aggiunto fra Cipriano da Tarrasa, di 65 anni, questuante del convento. Dei loro corpi, portati all'obitorio dell'ospedale, fu scritto il solito re– ferto: decesso per emorragia interna traumatica.
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