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I MARTIRI DELLA SPAGNA 167 mitato offrendosi in cambio della libertà dei fratelli. Il comitato non solo non accettò la sua generosa ed eroica offerta, ma lo uni al gruppo degli imprigionati e a mezzanotte del 28 furono tutti con– dotti al cimitero e fucilati per il solo delitto di essere cattolici. Nella stessa notte del 28 i rossi di Puzol perpetrarono un crimine bestiale, poiché si trattava di un santo religioso di 80 anni, fra Fedele da Puzol, fratello del convento di Valenza. Strappato brutalmente dalla casa dei suoi familiari, fu assassinato nei pressi di Sagunto. Il 12 ottobre cadeva la dodicesima vittima del gruppo cappuc– cino dell'arcidiocesi di Valenza, fra Pacifico da Valenza (o da Castellar), di 62 anni, del convento di Masamagrell, dove per molti anni aveva svolto l'ufficio di questuante con edificazione di tutti. Prelevato dalla casa di suo fratello, agricoltore nella fertile « huerta » di Valenza, fu assassinato dai rossi; il suo corpo, con i segni di molte percosse, fu ripescato dai nipoti in un canale di irrigazione. Nei mesi di novembre-dicembre si ebbe, nella diocesi di Orihue– la, il sacrificio di altri tre cappuccini. Capo del gruppo fu il p. Eligio da Orihuela, di 60 anni, già superiore regolare in Bogota e nella missione di Goajira, piu volte superiore locale e definitore in pro– vincia. Era nipote del servo di Dio p. Francesco da Orihuela. Il 7 portato via dalla casa di suo e nei pressi di Crevillente fu massacrato a colpi di pugnale nel ventre e nella gola. Il 13 dello stesso mese fu strappato dalla casa paterna e rinchiuso in carcere il p. Onorio da Orihuela, di 48 anni, apostolo dei poveri e dei malati. Il 30 seguente, tra insulti e percosse, insieme ad altri dieci sacerdoti secolari, fu condotto presso il cimitero di Elche e con essi fucilato. Chiude il glorioso elenco dei martiri cappuccini di Valenza il p. Giovanni Crisostomo da Gata de Gorgos, di 62 anni, pure lui del convento di Orihuela, instancabile confessore della città e dei dintorni e gran propagandista della devozione alle Tre Avemarie. Fermato dai miliziani il 24 dicembre in seguito a delazione, ebbe a soffrire terribili insulti e beffe proprio nella notte santa; la notte seguente, crivellato da pallottole, moriva dissanguato in una strada solitaria.

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