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164 SANTI E SANTITÀ Il 19 dicembre, nello stesso cimitero, sarà assassinato il p. Martino da Barcellona, di 41 anni, noto scrittore e direttore della rivista Estudis Franciscans. Anche se braccato dai miliziani, la sua attività di erudito ricercatore lo aveva aiutato a mantenere l'inco– gnito per lunghi mesi. Finalmente, scovato dai rivoluzionari, fu freddato con un colpo di rivoltella alle tempie, insieme con il suo compagno di alloggio p. Doroteo da Vilalba, di 28 anni, lettore di teologia nel convento di Sartia, arrestato mentre leggeva il santo vangelo nell'appartamento dove conduceva una vita di intensa preghiera. Il 24 gennaio 1937, quando ormai nella zona rossa si notava un certo allentamento nella caccia all'uomo, un gruppo incontrol– lato di anarchici poneva fine, nel cimitero di Cerdanyola, alla feconda vita religiosa del p. Remigio da Papiol, di 52 anni, per lunghi anni missionario in Costarica, garbato polemista contro i protestanti con la penna e, in patria, noto scrittore di mistica e grande devoto di santa Teresa del Bambino Ges1i Nel suo piccolo appartamento di Barcellona pregava, dirigeva le anime, confortava con la confessione e l'eucaristia fuggitivi e latitanti. Con lui fu sacrificato lo studente di filosofia fra Paciano Maria da Barcellona, di 20 anni, instanca- bile portatore dell'eucaristia a religiosi e laici a nascosti. La notte del 17 febbraio fu la volta del capogruppo dei 26 mar– tiri cappuccini della diocesi di Barcellona, il p. Federico da Berga, di 60 anni, ex provinciale e guardiano del convento di Arenys de Mar. Dopo aver cambiato domicilio molte volte, il 16 era stato scovato a Barcellona, dai rossi, quando aveva terminata la celebra– zione della messa. Si presentò lui stesso come sacerdote cappuccino, e il giorno seguente il suo cadavere fu raccolto in una strada della periferia. Oltre questi 29 martiri dei processi diocesani di Vie e di Barcellona, ve n'è un altro, incluso nel processo diocesano di Tar– ragona, e cioè il venerando fratello fra Carmelo da Colomés, di 62 anni, del convento di Tarragona, uomo di preghiera e di grande carità. Rinchiuso dalla fine di luglio 1936 nella nave-prigione « Rfo Segre » e alla mercé di un comitato anarchico, dovette attt::ndere la morte giorno dopo giorno, ogni volta che un gruppo di detenuti

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