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I MARTIRI DELLA SPAGNA 163 studente di teologia. I miliziani tentarono piu volte di farlo bestem– miare e di gettar via il piccolo crocifisso che portava con sé; il giovane religioso rispose:« Per la croce mi sono fatto frate e per la croce voglio morire ». Fu fucilato alla schiena mentre gridava « Viva Cristo Re ! » Il 30 lo seguiva un altro confratello, fra Marziale da Vilafranca, di soli 19 anni, studente di filosofia. Era stato strappato dalla casa dei suoi anziani genitori, che aveva cer– cato di difendere contro le angherie dei miliziani. Perché religioso e per questo suo gesto di amore filiale, fu assassinato in un viale solitario di Pedralbes. Sempre a Barcellona, nella notte del 9 settembre, dai soliti anarchici veniva ammazzato il p. Giuseppe da Calella, di 56 anni, grande predicatore e apostolo del convento di Pompeia. Dopo una breve pausa in questa furia omicida, il 31 ottobre era la volta del p. Timoteo da Palafmgell, di 39 anni, predicatore del convento di Olot. Dopo tre mesi di prigionia nel carcere locale, ormai certo della sua condanna a morte, il 30 aveva confessato i suoi compagni di prigione, e con il pane e ìl vino degli stessi reclusi celebrò la santa messa, come viatico per sé e per tutti. Il giorno seguente, insieme ad altri detenuti e con le mani legate, fu caricato su un camion. Sul luogo dell'esecuzione il p. Timoteo pregò i carnefici di risparmiare la vita ai padri di famiglia, offrendo se stesso per tutti. Non fu ascoltato, e tutti furono falciati dalle pallottole mentre gridavano « Viva Cristo Re ! ». Proprio nella festa di Tutti i Santi, presso il cimitero di La Pobla de Claramunt, fu sacrificato il piu giovane dei martiri cap– puccini spagnoli, fra Eudaldo da Igualada, di 18 anni, studente di filosofia a Sartia. La notte precedente era stato strappato dall'umile casa dei genitori, che aiutava lavorando in una fabbrica. Portato via con la solita scusa di un interrogatorio, fu condannato a morte unicamente a motivo della sua professione religiosa. In un altro cimitero, quello di Montcada-Reixach, a nord di Barcellona, il 21 novembre fu fucilato il p. Alessandro da Barcel– lona, di 26 anni, predicatore del convento di Olot. Il 21 aveva potuto celebrare la santa messa, suo viatico per l'eternità. Scovato dagli anarchici insieme a un altro sacerdote, dopo essersi assolti l'un l'altro, furono uccisi nella notte, insieme ad altri due secolari.

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