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162 SANTI E SANTITÀ sotto le armi, riusd ad avere un posto negli uffici militari; ma poi, scoperto che era religioso e fantasiosamente accusato di aver distri– buito delle sigarette avvelenate ai soldati che andavano a combat– tere, era stato rinchiuso nel carcere provinciale. Il 20 era la volta del guardiano di Sarria, p. Benigno da Canet de Mar, di 56 anni, dei quali 17 trascorsi come missionario in Colombia. Con sette confratelli aveva preso rifugio in un modesto appartamento, e il 21 luglio, nel corso di una perquisizione dei miliziani rossi, impartì'. a tutti l'assoluzione sacramentale. Successiva– mente, alloggiò in una pensione pubblica come commesso viaggiatore. All'imbrunire del 19 agosto fu fermato da una pattuglia di anar– chici e sottoposto a un lungo interrogatorio, col quale si cercò di carpirgli chi sa quali segreti perché definitore, guardiano ed economo provinciale. A motivo della sua professione religiosa e del suo silenzio fu condannato a morte, ed assassinato sulla strada di Horta. Il 23, sempre nell'agosto 1936, era la fine del p. Vincenzo da Besalu, di 56 anni, predicatore del convento di Olot. Costretto ad abbandonare il convento, scelse una vita di asceta itinerante, sia per un'innata tendenza all'eremitismo, sia per fuggire alla persecu– zione. Errante per campi e monti, pregava, leggeva, cantava, aiutava i contadini in cambio di un tozzo di pane. Essendo stato deferito davanti al comitato rivoluzionario di Las Planas, confessò di essere frate cappuccino. Per questo fu schernito in mezzo a un'aia; ma lui, tenendo in mano la corona, pregava oppure ammoniva la folla incuriosita o impietosita. Nel pomeriggio, fu condotto in un luogo appartato e fucilato; poi il cadavere fu cosparso di benzina e bruciato. Due giorni dopo, il 25, dietro l'ospedale francese di Barcel– lona, veniva raccolta la salma del p. Zaccaria da Llorenç, di 52 anni, del convento barcellonese di l'Ajuda, già missionario in Colombia, professore a Sartia, uomo dedito a un intenso e vario apostolato. Dopo numerosi cambiamenti di rifugio, cadde anch'egli nelle mani dei miliziani, i quali, sapendolo sacerdote e religioso, lo costrinsero a fare lo sguattero nell'albergo che ospitava il comitato anarchico. Dopo essersi ripetutamente rifiutato di rivelare dove si nasconde– vano altri frati, fu assassinato nella notte del 24. Nella notte del giorno seguente, in un bivio di Barcellona, cadeva il chierico fra Bonaventura da Arroyo Cerezo, di 23 anni,

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