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LUIGI AMIGO Y FERRER 119 poté proseguire i suoi studi umanistici e filosofici in seminario, fino al 1874, anche se il suo « pensiero era fisso al chiostro». Intanto, nel 1873, si iscrisse nel Terz'Ordine francescano, e siccome si avvi– cinava il momento dell'arruolamento per il servizio militare di leva, la scelta d'una via si fece per lui piu urgente. Infatti, egli non sentiva alcuna vocazione per la vita militare, tanto piu che un eventuale arruolamento nell'esercito lo avrebbe posto a servizio di un governo rivoluzionario nemico della cosiddetta « causa catto– lica», o carlista. Tenuto conto di questa e altre circostanze, uno zio paterno che fungeva da tutore e il sacerdote che aveva cura dei cinque orfani, lo autorizzarono a fare i dovuti passi per entrare in convento. Insieme ad un amico, si rivolse per consiglio a un gesuita che, non essendo riuscito ad orientarli verso la Compagnia, li consigliò di entrare in un convento di cappuccini spagnoli con sede a Bayona (Francia). Inoltrata la domanda, ebbero immediata– mente risposta positiva; e proprio in quel momento un loro amico, che era entrato in una certosa francese, li informava di essere uscito dalla medesima per entrare tra i cappuccini della provincia di Tolosa. Religioso e sacerdote Imbarcatosi a Valenza il 28 marzo 1874, giunse a Bayona alla fine del mese. In questa città il convento dei cappuccini era stato fondato nel 1856 per provvedere un asilo ai religiosi esclaustrati di Spagna; ma presto era diventato casa di noviziato per gli aspi– ranti spagnoli. In esso la povertà, l'austerità e la regolare osser– vanza erano cosi grandi, e il numero dei candidati tanto alto, che il ministro generale dei cappuccini non temette di dirlo la « perla dell'Ordine». Quando il portinaio apd la porta ai due postulanti valenziani, a questi sembrò di vedere dinanzi a sé l'immagine viva di « ma– donna » povertà: un'impressione cosi forte e inattesa, che Giuseppe Maria fu preso dalla tentazione di tornare indietro. In seguito scri– verà nell'autobiografia: « Non conoscevo ancora il merito della santa povertà, virtu in cui tanto si distingueva quel venerando re– ligioso, che tutti ritenevano un santo».

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