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LUIGI AMIGO Y FERRER 129 4 agosto: vi rimarrà fino al 1913. In questo tempo mise in atto alcune disposizioni del suo predecessore, provvide, mediante con– corso, tutte le parrocchie vacantì, organizzò un museo diocesano per conservare gli oggetti di valore storico e artistico della diocesi, unificò il seminario installandolo in un solo edificio, eresse una scuola parrocchiale e permise ai padri domenicani di aprire un po– stulantato nella capitale della sua diocesi. La sua azione pastorale fu marcatamente spirituale, ed egli rimase fedele alla consegna evangelica di « dare la vita per le sue pecore». Vegliò per il suo bene dall'episcopio, aperto a tutti ma in modo particolare ai preti e ai poveri, dalla cattedrale dove dedicava alle confessioni un giorno la settimana, con le frequenti visite pastorali, con l'apostolato della parola e della penna. Ai suoi diocesani indirizzò dodici lettere pastorali, i cui titoli lasciano chia– ramente intravvedere la linea dottrinale e le sue preoccupazioni apostoliche, per esempio: Della imit,tzione di Cristo; Gest't Cristo, via verità e vita; Insegnamento della verità, Sopra il Natale; Devozione al rasano, ecc. Uomo del suo tempo, imperniò la sua azione pastorale su tre punti di grande attualità nel nostro secolo, e cioè: la promozione della cristiana, la questione sociale e la formazione religiosa della gioventu. Alcuni dei mezzi da lui scelti per raggiungere il primo di tali obiettivi, sono spiccatamente popolari, come la recita cantata del « rosario dell'aurora» o i grandi pellegrinaggi (a quello di Verdu, patria di san Pietro Claver, presero parte piu di 20 .000 fedeli); altri erano per gruppi piu ristretti, come la adorazione notturna e la partecipazione alle funzioni parrocchiali vespertine nei giorni festivi. Quanto a sé, egli cercava di essere sempre il primo, ed era cosi esatto che il cerimoniere si sentiva inutile. A proposito della questione sociale, si sforzò di tradurre in pratica le direttive della Rerum novarum. Anche se nella sua diocesi il problema degli operai non era cosi avvertito come in altre zone della Catalogna, non mancavano nondimento gli endemici di– slivelli tra ricchi e poveri. Monsignor Amig6 cercò di formare nel popolo una pm matura coscienza sociale mediante l'attivazione dei Circoli cattolici. 9

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