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ANGELA MARIA ASTORCH 463 darsi completamente alla vita di contemplazione per i rimanenti quattro anni della sua esistenza. Pareva che volesse incarnare in se stessa quello che san Giovanni della Croce chiamò « somma della perfezione »: « Oblio del creato, / pensiero del Creatore, / atten– zione alle cose interiori, / e vivere amando l'Amato». Vi fu cosi, realmente, nella sua vita una strana parentesi, al termine della quale ella subi'. degli attacchi epilettici e recuperò le facoltà della memoria e della intelligenza. Si era a metà novembre del 1665: ricevette il viatico, la malattfa si aggravò e con essa si acuirono i dolori. Ad una suora che le chiedeva come stesse, rispose: « In croce». Alcune volte fu intesa intonare il Pange lingua, come se da un momento all'altro attendesse la venuta del Signore. La cosa si ripeté, per l'ultima volta, il 2 dicembre, poco prima del mezzogiorno, allorché spirò serenamente. Il concorso del popolo ai suoi funerali, presieduti dal vescovo, fu ingente e bisognò proteggere il suo corpo con sbarre di ferro. Le furono subito attribuiti fatti miracolosi, e a distanza di soli tre anni dalla sua morte, la diocesi di Cartagena-Murcia apri il pro– cesso ordinario (1668), su cui poi cadde un lungo silenzio. La sua tomba fu aperta in numerose occasioni, e sempre il suo corpo fu trovato incorrotto. Nel 1688, vale a dire 23 anni dopo la morte, sembrava che il suo cuore sprigionasse calore. Nel 1776 fu firmato il decreto di introduzione della causa; nel 1850 riconosciuta l'eroi– cità delle virtu; nel 1924 dichiarato valido uno dei miracoli attri– buiti alla serva di Dio. L'ultima ricognizione medica dei resti, profanati durante la guerra civile spagnola degli anni 1936-1939, tornò a ribadire lo stato di incorruzione. La madre Astorch può a giusto titolo esser considerata come uno degli anelli piu importanti nella storia delle devozioni a Gesu Bambino, al Sacro Cuore, alla Eucarestia, alla Passione e, all'interno dell'Ordine cappuccino, a Cristo Buon Pastore, da cui deriva il culto mariano della « Divina Pastora». Da questo punto di vista non è esagerato vedere in lei una precorritrice insigne di santa Teresa del Bambino Gesu, di santa Margherita Maria de Alacoque e del p. Isi– doro da Siviglia.

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