BCCCAP00000000000000000000406

460 SANTI E SANTITÀ a volte la scaraventava a terra e contro le pareti, alla vista delle monache atterrite. All'inizio del suo ufficio di abbadessa a Saragozza aveva otte– nuto da Urbano VIII l'approvazione delle costituzioni delle cap– puccine spagnole. Consapevole dell'importanza della conoscenza della regola per la santificazione dei membri di un istituto religioso, insisteva perché le sue suddite la studiassero continuamente, e nel suo monastero si leggeva pubblicamente a refettorio all'inizio d'ogni mese, affinché la imparassero anche le suore analfabete. L'abbadessa della « esaltazione del Sacramento,, Dopo essere stata per lungo tempo occupata nel disimpegno degli uffici di maggiore responsabilità in S. Maria degli Angeli, a Saragozza, dove dimorò una trentina di anni, si profilò la possibilità di una nuova fondazione a centinaia di chilometri a sud. Ella aveva un gran desiderio di propagare l'Ordine, ed esso fu coronato con la cooperazione di un'altra persona spirituale non meno impegnata nella stessa impresa. L'occupazione di Barcellona ad opera delle truppe di Luigi XIV cagionò la profanazione di alcune chiese da parte della soldatesca, che vi si abbandonò ad atti sacrileghi. Per ripararli, il pio canonico Alessio de Boxados pensò di erigere un monastero di clarisse che portasse il titolo « la Esaltazione del San– tissimo Sacramento». Fuggendo da Barcellona a Saragozza, si mise in contatto con le cappuccine e giunse ad essere loro confessore, comunicando ad esse la sua idea. Per porla in opera, provvide lui stesso a tutto il necessario, nonostante le grandi difficoltà che do– vette superare. Il 2 giugno 1645 si misero in cammino lui, alcuni benefattori e cinque religiose, guidate dalla madre Angela Astorch, designata abbadessa. Nel quarto giorno capitò un gravissimo inci– dente. Vinto dal sonno, il cocchiere di uno dei carri cadde sotto le ruote cosf malamente che fu creduto morto. L'abbadessa invitò tutti a pregare e unse con olio il corpo dell'infelice, che in poco tempo si riebbe cosi che si poté proseguire il viaggio fino a J ativa. In questa città dovette nuovamente conciliare la sua compassione verso gli sventurati con la sua profonda umiltà, affin di evitare

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz