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ANGELA MARIA ASTORCII 459 fossero umili e pesanti, unendosi volentieri alle sue suddite nei lavori della cucina, della lavanderia, dell'infermeria e delle altre offi– cine della casa. A chi le domandava perché lo facesse, rispondeva: Perché per voialtre darei persino la vita. Condivideva con i poveri le elemosine del convento e soccorreva generosamente i bisognosi con quel poco che aveva. Quando Saragozza fu invasa da fuggitivi cen– ciosi, provenienti dalla Catalogna in ribellione, distribui ad alcune mendiche i vestiti che le novizie avevano portati dal secolo. Si disciplinava per la conversione dei peccatori, come avvenne per quella d'uno studente accusato di eresia dinanzi all'inquisizione. Era diligentissima in tutto ciò che riguardava il culto divino e par– ticolarmente l'eucarestia. Ai santi si rivolgeva con grande familiarità. Tra essi ne privilegiava dodici, che chiamava il suo « concistoro » celeste, come maestri e avvocati per le virtu e le stesse necessità concrete: san Giovanni evangelista, modello nell'amore, san Fran– cesco d'Assisi nella perfetta fedeltà alla regola, san Benedetto nella purezza, la sua madre santa Chiara in tutte le perfezioni. Ma erano i misteri dell'umanità di Cristo quelli che maggior– mente richiamavano la sua devozione. Si sforzava di rappresentare nel modo piu vivo, dinanzi agli occhi delle religiose, la Natività con l'ideare una « cuna di cristallo » che con la sua trasparenza doveva agevolare l'imitazione della santa infanzia di Cristo. A proposito dell'eucarestia scrisse: « Vorrei, se possibile, giungere al taberna– colo e, con i battiti del mio cuore, aprirne la porta per incontrarmi col mio Amato». Nondimeno, era senza dubbio la Passione e, in essa, le scene del Getsemani, il Pretorio, il carcere dove Cristo trascorse la notte del tradimento e il Calvario, quelli che piu col– pivano il suo spirito. « Vivo inferma di amor di penitenza per imitare il mio Sposo di sangue ... Vorrei patire per Cristo quanto hanno sofferto i martiri ». Il mistero del Cristo era per lei inseparabile dalla presenza della sua Madre, la cui vicinanza ella sperimentava a volte nel piu intimo dell'anima. In questa tappa della sua vita Dio non fu certo sordo al suo desiderio di soffrire per lui. Era afflitta nel corpo dall'idropisia, e corpo ed anima erano tribolati dalla persecuzione del diavolo che

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