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458 SANTI E SANTITÀ Nella primavera del 1614, da Barcellona partirono le sei pio– niere, accompagnate dal sacerdote Martino Garda, che, a quanto scrive un cronista, fu tutto nelle prime fondazioni. Il lungo viaggio fu tanto disastroso che, a dire dello stesso cronista, sembrava che il diavolo tentasse di frapporvi ostacoli insuperabili. Le disavven– ture raggiunsero il colmo allorché, per il ribaltamento del carro su cui viaggiavano le sei fondatrici, suor Angela Maria cadde a terra come morta. Accorsero alle porte della città, per dare ad esse il benvenuto, numerosi rappresentanti del clero e della nobiltà, che con le loro splendide carrozze le condussero dapprima al tempio del Pilar e quindi al monastero di nostra Signora degli Angeli. Suor Angela fu nominata maestra delle novizie. Se l'ufficio non era per lei nuovo, la responsabilità nondimeno era maggiore, cosi come lo erano pure la maturità umana e soprannaturale. Come punto di partenza della formazione inculcava alle giovani la pratica della orazione mentale e vocale, l'uso frequente dei sacramenti, la povertà evangelica, la lettura deglì autori spirituali, la fuga dell'ozio e la gioia nell'accetta– zione delle correzioni e degli esercizi penitenziali, che cercava di rendere piu leggeri con la parola e l'esempio. Esigeva che le sue alunne le rendessero conto periodicamente dei progressi fatti nel– l'apprendistato della vita religiosa cappuccina. Come vicaria del convento, dal 1624, cercò di essere il braccio destro dell'abbadessa e la prima negli atti piu gravosi della comu– nità. Tre anni dopo fu eletta superiora, nonostante la sua resistenza. Ella, la cui cultura teologica e la esattezza di esposizione avevano spinto un vescovo a rammaricarsi del fatto che non poteva esser sacerdote ... , si propose di tenere un discorso alle monache in tutti i capitoli locali e nei vespri delle feste. Quasi a conferma della testimonianza del vescovo, molte volte le religiose credevano di vedere uscire dalle labbra della conferenziera come una fiamma che accendeva meravigliosamente lo spirito. La sua immagine di madre delicata e sollecita, comprensiva e condiscendente, aperta a tutte le necessità spirituali e materiali della comunità, e della sua guida coraggiosa, prudente e costante verso la santità, si impresse tanto profondamente in esse che continueranno a ricordarla ancora molti anni dopo la morte. Mai si sottraeva alle fatiche, per quanto esse
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