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6 Bernardino de Armellada antico quanto l'uomo - della dissociazione fra pensiero e vita. Lo sapeva bene San Francesco scrivendo a Sant'Antonio e lo aveva chiaro tutta la tradizione francescana, cui Duns Scoto era pienamente inserito. La teo– logia non soltanto non doveva impedire l'orazione e la contemplazione, ma sostenerle possibilmente più di tutti gli altri lavori dei frati. La speculazione senza incidenza nella vita pratica della preghiera, non era assolutamente francescana. San Bonaventura esalta spesso la carità al di sopra della scienza teologica, per esempio quando dice nelle Collationes in Hexaemeron «Una vecchierella che ha un piccolo orto, poiché ha sol– tanto la carità, ottiene un frutto migliore del grande maestro, che ha un orto grandissimo e conosce i misteri e le nature delle cose» 5 • E ribadisce più avanti: «Non è dunque sicuro il passaggio dalla scienza alla sapienza; bisogna porre il termine medio, cioè la santità» 6 • In un altro luogo delle stesse Collazioni parla del filosofo che dice di provare grande diletto nel sapere che la diagonale è asimmetrica al lato, e commenta con una punta di ironia: «Questo diletto sia suo, e ora si nutra» 7 • Duns Scoto sarà ancora più incisivo nella valutazione negativa della speculazione senza applicazione pratica, fino a ridurre a peccato di lussu– ria la compiacenza disordinata in una conclusione geometrica 8 • E afferma tassativamente: assolutamente preferibile amare senza intendere che intendere senza amare» 9 • Scoto era allora considerato come uomo di cultura: di conseguenza, la dimensione spirituale della sua vita perdeva alquanto di rilievo». Cfr. SACRA CoNGREGATIO PRO CAUSIS SANCTORUM, Nolan. seu Colonien. Confinnationis Cultus Servi Dei IOANNIS DUNS SCOTI, sacerdotis professi Ordinis Minorum S. Francisci «Beati seu Sancti» nuncupati (1265c.-1308). Positio super cultu ab immemorabili praestito atque virtutibus ex officio concinnata. Romae 1988. «Informatio» del Relatore generale, p. XVIIII. (Da adesso citata «Positio» ). 5 «Sic ecce, quod una vetula, quae habet modicum hortum, quia solam carita– tem habet, meliorem fructum habet quam unus magnus magister, qui habet maxi– mum hortum et scit mysteria et naturas rerum. S. BONAVENTURA, Collationes in He– xaemeron, coli. 18, n. 26 (S. BONAVENTURAE Opera omnia, 10 voli., Quaracchi 1882- 1902, voi. V, 418b). Trad. ital. di V. Ch. BIGI, La sapienza cristiana. Le Collationes in Hexaemeron, Milano 1985, p. 256. 6 Ibid., coli. 19, n. 3 (V, 420b); trad. ibid., 260. 7 «In hac sola scientia (Scripturae) est delectatio, non in aliis. Philosophus dicit, quod magna delectatio est scire, quod diameter est asymeter costae; haec de– lectatio sit sua; modo comedat illam». Ibid., coH.17, n. 7 (V, 410b: trad. ibid. p. 235). 8 «Peccatum, in quo inordinate delectatur quis in speculatione conclusionis geometricae ad luxuriam reducitur». Ordinatio II, d. 6, q. 2, n. 14; XIV, 631b. Report IV. d. 49, q. 2, n. 16; 24, 627b: «... velie et diligere est simpliciter melius

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