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Duns Scoto nella spiritualità francescana 21 l'amore del sommo bene. Per comunicare quest'amore più grande possi– bile in una creatura, Dio unisce una natura umana alla Persona del Verbo. Così si verifica nell'uomo Gesù l'amore più grande possibile in una crea– tura, come ricevuto da Dio e come corrisposto da una creatura. Gesù Cri– sto è, conseguentemente, la manifestazione suprema dell'amore divino. Ogni altra manifestazione sarà subordinata a questo amore, prima ragione e quindi ultimo fine intrinseco dell'universo. All'interno di questa visione il peccato diventerà un evento tragico nella condizione libera dell'uomo, dando all'amore di Cristo la dimensione della misericordia, ma senza cam– biare il piano fondamentale di Dio. Cristo assume nella grandezza del suo amore - come salvatore e come giudice - tutte le vicende positive e ne– gative della creazione. Si deve notare che anche per salvare la libertà di Cristo nell'accettazione della morte per gli uomini, la sua esistenza non poteva dipendere dal fatto del peccato. «Se Cristo nella sua esistenza fosse dipeso dal peccato, egli sarebbe stato obbligato a redimerci. Invece, avendo la sua esistenza indipendente dal peccato, egli, in perfetta e asso– luta libertà, si è assunto la nostra liberazione» 44 • Benché Scoto non citi esplicitamente i testi paolini delle lettere agli Efesini e ai Colossesi, la concordanza con essi è sorprendente: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà» 45 • «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui (Cristo) e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui» 46 • La conseguenza pratica di questo primato di Cristo è riassunta acuta– mente da P. Efrem Bettoni: «Il Cristo perciò non è soltanto il modello a cui deve guardare l'anima pia preoccupata di santificare istante per istante, atto per atto, la sua vita quotidiana; non è soltanto il maestro inte– riore a cui deve porgere di continuo l'orecchio l'uomo pensoso, che non vuole smarrire il senso dei valori religiosi e morali, ma è anche il punto di riferimento cui deve far capo il filosofo e lo scienziato che si interrogano 44 Positio, pp. LXX e 540. 45 Ef 1, 4s 46 Col 1, 16s. Il documento I, n° 11 sulla vita del B. Giovanni Duns Scoto, nella Positio, fa notare la coincidenza che Scoto elaborava la sua tesi sul primato di Cristo nei giorni in cui «si rifiutò di cooperare alla laicizzazione della società moderna quando Nogaret relegò Cristo alla sagrestia». Positio, p. 77, nota 23.

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