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20 Bernardino de Arrnellada francescana acqms1sce attraverso il pensiero del Dottore Sottile e Ma– riano. È in questo modo che ritengo vengono illuminate autenticamente le note conclusioni teologiche che gli hanno dato maggior fama e che costi– tuiscono senza dubbio l'aspetto più rilevante della sua spiritualità, poiché sono piene di ricchezze inesauribili per la meditazione e la prassi cristiana. In primo luogo appare la tesi scotista della predestinazione assoluta di Cristo. Qui Scoto porta alla sua conclusione ultima il pensiero di San Bonaventura nella sua opera più definitiva, Le Collazioni sull'Hexaeme– ron: «Il nostro discorso deve partire dal centro, che è Cristo. Egli infatti è il mediatore tra Dio e gli uomini (lTim 2, 5). È termine medio di tutte le cose... Da lui dunque deve cominciare chi vuole raggiungere la sapienza... Egli è il centro di tutte le scienze» 42 • Duns Scoto parte dal fatto indiscutibile che l'Incarnazione del Verbo è l'avvenimento supremo della manifestazione di Dio «ad extra». Il «sum– mum opus Dei» sarà, quindi, il «summum opus» dell'amore di Dio. Una manifestazione libera che non può essere condizionata da qualsiasi ra– gione distinta dal suo stesso amore. E questo amore vuole amore, non come vantaggio o arricchimento, ma come un nuovo amore di carità che ami il supremo amore, Dio, con un amore simile al suo, cioè radicalmente disinteressato. È l'«amor iustitiae», l'amore casto, come lo chiama Scoto nel suo ragionamento: «Dio prima di tutto intuisce se stesso come sommo bene; poi intende tutte le creature. E poiché vuole con sommo ordine, vuole così: Dio prima ama sé; in secondo luogo ama se stesso negli altri, e questo è amore. casto; in terzo luogo vuol essere amato da un altro che lo possa amare sommamente, sia pure di amore estrinseco, cioè l'anima di Cristo. Dunque prima di ogni merito o demerito egli previde il Cristo con– giunto a sé nell'unità della persona... » 43 • Dio non opera «ad extra» cercando un amore di cui avrebbe bisogno, ma comunicando liberamente amore. Orbene, l'amore più grande possibile è 42 «Circa secundum nota, quod incipiendum est a medio, quod est Christus. Ipse enim mediator Dei et hominum (lTim 2,5) est, tenens medium in omnibus, ut patebit. Unde ab ilio incipiendum necessario, si quis vult venire ad sapientiam... ipse est medium omnium scientiarum». Coli. 1, n. 10, 11; V, 330b-331a; trad. Le. 46s. 43 « ... primo enim Deus intellexit se sub ratione summi boni; in secundo signo intellexit omnes alias creaturas. Ord. III, d. 19, q. un. n. 6; XIV, 714a..... sed Deus est ordinatissime volens: ergo sic vult. Primo ergo vult se; et post se inunediate, quantum ad extrinseca est anima Christi: ergo primum post velie intrinseca, vo!uit gloriam istam Christo; ergo ante quodcumque meritum et ante quodcumque deme– ritum praevidit Christum sibi esse uniendum in unitate suppositi». Rep. III, d. 7 q. 4 n. 4 XXIII 303a. Cfr. BALié, p. 14.

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