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Duns Scoto nella spiritualità francescana 19 estensione della legge naturale scritta nei nostri cuori» 38 . Dopo, nella di– stinzione 3 del libro primo della stessa Ordinatio, porta come ragione ul– tima della necessità della virtù soprannaturale della carità (e delle altre due virtù teologali) il fatto, fondamentale nella sua visione teologica, che Dio come è in sé, nella sua singolarità «ut haec essentia in se» è oggetto volontario riguardo ad ogni potenza che non sia lo stesso intelletto di– vino39. La conseguenza è che la comunicazione immediata di Dio dipende dalla sua decisione libera, che mai può essere soggetta a qualsiasi forza o esigenza naturale 40 • Ed è proprio nella carità infusa, soprannaturale, che Dio si comunica in codesto modo. Nel libro III della Ordinatio dirà che la carità, in quanto virtù teologale, ha lo scopo di perfezionare la porzione superiore dell'anima, che soltanto in virtù di questa attuazione immediata e libera di Dio raggiunge la sua perfezione somma 41 • Si vede, dunque, come la spiritualità serafica, la spiritualità del pri– mato dell'amore, riceve da Scoto una luce nuova attraverso la sua pro– fonda analisi teologica. 6. Senso scotista del Primato assoluto di Cristo Abbiamo descritto fin qui, sommariamente, i tratti essenziali del pen– siero dì Duns Scoto su Dio e sull'uomo, come metafisica teologica che configura la mente umana partendo dalla rivelazione. Penso che solo da questa prospettiva è possibile penetrare nella peculiarità che la spiritualità 38 «Quid rationabilius quam Deum tamquam finem ultimum super omnia de– bere diligi, et proximum sicut se ipsum?... Ex istis quasi ex principiis practicis alia practica in Scripturis sequuntur tradita, honesta et rationi consona, sicut de eorum rationabilitate patere potest singulatim cuilibet pertractanti de praeceptis, consiliis et sacramentis, quia in omnibus videtur esse quasi quaedam explicatio legis natu– rae, quae scripta est in cordibus nostris». Ord. Pro!., p. 2, q. un.; Vat. I, n. 108, p. 70. Cfr. sopra nota 28. 40 Cfr. BERNARDINO DE ARMELLADA, Dimensi6n persona! de la gracia en la do– china escotista de la aceptaci/m divina, in Laurentianum 28 (1987) 106-124. 41 «Ex hoc sequitur quod ad ipsum (actum rectum diligendi Deum super omnia) potest esse virtus inclinans, et haec theologica, quia est circa obiectum theologicum, scilicet Deum irmnediate, nec hoc tantum, sed innititur irmnediate primae regulae humanorum actuum, et infundi potest a Deo; et sic (caritas theolo– gica) nata est perficere supremam portionem animae, quae non perfectissime per– ficitur nisi immediate a Deo». Ord. III, d. 27, q. un. a. 2; XV, 355b.

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