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12 Bernardino de Armellada figura la sua visione di Dio e dell'uomo. Ripeto: Duns Scoto è innanzitutto un credente. Sa che Dio si è rivelato all'uomo e quindi l'uomo lo può co– noscere. Questo esige un punto radicale di coincidenza. Dunque bisogna che ci sia qualche concetto dal quale si possa partire o al quale si possa ar– rivare, e dal quale ci sia dato di scorgere l'idea di Dio. Scoto lo trova nel concetto di «essere» in quanto essere, che dovrà forzatamente essere uni– voco22. È noto che questo concetto di «Essere univoco», per coloro che non percepiscono il senso scotista, può sembrare un larvato monismo pan– teista e - così per studiosi come E. Przywara e lo stesso H. Urs von Bal– thasar23 - una specie di attentato alla supremazia assoluta di Dio. Di fatto per Scoto, essendo l'ultima astrazione possibile al nostro intelletto e quindi, in quanto al contenuto, l'idea più povera e sprovveduta, costituisce l'accesso razionale più riverente e umile alla grandezza di Dio. Perché da qui la ragione passa alla differenza assoluta dell'essere infinito come affer– mazione suprema di fronte all'essere finito, e ci colloca nel livello di un'a– nalogia, che si fa commossa adorazione del mistero di Dio. Poiché questa analogia, nello stesso tempo in cui proietta la sua luce positiva sul finito assicurando la sua somiglianza con Dio - induce a sorpassarlo, aprendosi al «Deus semper· maior», al Dio trascendente e totalmente A1tro 24 • È il mistero dell'Essere per eccellenza che Duns Scoto, come tutta la teologia del suo tempo, vede rivelato nel «Ego sum qui sum» dell'Esodo 3, 14. 2. La trascendenza assoluta di Dio n postulato della teologia e della spiritualità moderna, di «lasciare che Dio sia Dio» e non fare di lui un idolo a nostra misura, può trovare nella teologia di Duns Scoto la sua giustificazione razionale più convincente. noscenza di Dio è ampia. Basti citare T. BARTH, De univocitate entis, in Antonia– num 28 (1953) 84-89; I. HoNNEFELDER, Ens in quantum ens, Miinster W. 1979; C. BÉRUBÉ, De l'homme à Dieu selon Duns Scot, Hemi de Gand et Olivi, Roma 1983; BERNARDINO DE ARMELLADA, El pensamiento de Juan Duns Escoto, in Estudios Franciscanos 89 (1988) 209-227. 11 «Sed intellectus viatoris potest esse certus de Deo quod sit ens, dubitando de ente finito ve! infinito, creato vel increato; ergo conceptus entis de Deo est alius a conceptu isto et ilio, et ita neuter ex se et in utroque i!lorum includitur; igitur uni– vocus». Ord. I, d. 3, p. 1, q. 1-2; Vat. III, n. 27, p. 18. "' Cfr. M. URENA PASTOR, Fundamentos filos6ficos de la obra Balthasariana, in Communio 4 (1988) 321. 04 Cfr. ibid. 321s.
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