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300 P. PIO DE MO!\DREGA~;Es quella scarsa porzione del patrimonio di Cristo assegnata a questa Sagra Congregazione p'er propagare in ogni lato la Fede: onde non possG concorrere con tutti ]i m'ezzi necessari per raccogliere frutti piü stabili ed abbondanti nella 1\/Iissione del Tibet: ma non diffida, che fatte note al pubblico le disposizioni impresse dalla divina provvidenza negli animi di quella numerosissima gente, per ritrnrre tante anime dalla vía della perdizione, non accorrino colle limosine e con altri magnanimi aiuti al sostenimento de· Ministri Evangelici" (18). 4) LA QUESTUA NEL MESSICO. La !viissione d'el Tibet era evidente che in queste condizioni non poteva piü continuare, e dopo la chiara e persuasiva relazione di P. Orazio del lí38 non si poteva piü tergiversare, bisognava ricorrere ai ripari. Tra i Cardinali della S. Congr. di Pro;:,. Fide c'er:, in que! tempo lo spa– gnolo Ludovico Bdluga che prese a difendere la causa dei Missionari úm uno zelo e un interesse senza precedenti, affinche si potesse provvedere !oro il necessario sostentamento. Egli ottene dall'imperatore Filippo V delle co~picue demosine reali e ancora ottenne il p'ermesso di organizzare una qu-::s– tua pubblica in Madrid in favore della Missione del Tibet. Ma la cosa piü interessante fu che riusci a concludere l'imperatore un patto in forza del quale si permetteva a quattro Sacerdoti Cappuccini e un Fratello laico di an– dan' ne! Messico a questuare el'emosine per la Missione del Tihet. Di questi quattro S2.cerdoti Cappuccini due dovevano essere spagnoli e due italiani (19). II Messico erai in que! tempi un paes'e ricco e si riprometteva il Card. Bel– luga di potcr raggiungere facilmenk lo scopo prefissosi, cioe di far affluire alla Missione del Tibet tanto denaro che bastasse ampiament•e a tutti i bi– sogni materiali della Missione stessa. L' opera del Card. Belluga fu ufficialmente riconosciuta dal Sommo Pon– tefice Clem'ente XII, che con il breve "Ab inita" del 11 aprile 1739 affida questi Cappu•:cini questuanti alla sollecitudine dell'A.rcivescovo di S. Domingo e agli altri Prelati dell'America latina, perche li proteggano e li ,¼iutino secondo le loro possibilitá (20). Da notare la lib'-::ralitá del Sommo Pontefice che estende anche a questi questuanti il titolo e le facolta concesse ai Missionari Cappuccini del Ti– bet (21). 5) LE VICENDE DEI PRIMI• QUESTUI\.NTI. Riferisco integralmente una relazione inedita in A. O.: "Nel 1738 la S. Congr. di Prop. Pide fece una 5p'edizione al fvlessico per collettarvi limo– sine in sussidio delle Missioni del Tibet. Li soggetti a questo effetto eletti furono li PP. Paolo Maria da Matelica, pred. della Prov. della Marca, An- (1~) Jbírl., ¡iúg. :w. (1H) Anal. Onl. Cap .. rnl. XXI. ¡i,íg. :J-H. (21 ►) JJ. < '.• tocw YI1, p:'tg. 2Hl. (:.!1) H. ('., tomo Yll. púg. 2ti:.!.

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