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PROBLEMAS MIS!u''l,\LE3 299 Propaganda di mandare l'vlissionari e insieme chied'eva sussidi perche "siamo leggeri di denaro e piti volte in pericolo di perdere la vita" (12). Vediamo pure P. Bernardino da Saluzzo, allora Commissario General'e dei Cappuccini in Tibet, in una sua relazione alla S. Cungr. di Prop. Fide del lí08 che dopo aver esposto il lavoro e il buon csito dcll'opera dei Missionari sup– plica la medcsima di spedire un sussidio caritativo di due annate anticípate ai sei Missionari, facendo rilevare le grandissime difficolta, di far giungere, ogni anno con puntualita, i sussidi in luoghi cosi lontani (13). E P. Giuseppe d'Ascoli vistosi agli estremi, pe'r sovvenire alle necessita materiali della l\tlissione non dubitó rivolgersi anche al Vescovo di Pekino, il quale facendo del suo meglio gli rispose una letter,:, consolatoria unendovi 15 scudi cinesi (14). Per i libri poi che il P. Prefetto si proponeva di stampare in lingua tibetana occorrevano denari. Quindi p'er questi e per ciltre spese ingenti che la Mis– sione doveva sost-2nere, da Lassa egli clava ordine' al P. Felice da Montecchio di mandare un Religioso a Manila nelle Filippine in cerca di eh:mosine; e con queste formare a poco a poco un piccolo fondo per le spese straordinmie della Missione. Tale fondo non doveva 'esscrc <leí Cappuccini, ma della Mis– sionc (15). E certam¿·nte dovrei scrivere molto se volcssi dtarc> tutte le richicste rli aiuto da parte dei Missionari Cappuccini, che si vedevano quasi abbandonati in quelle imperve 'fegioni in pericolo di perdere la l\;Iissione e la vita. Ma non voglio trala5ciare di ricordare P. Orazio da Penm,billi, che parte dalla stessa T-Aission'c ne!!' agosto del 1732 e va a Roma per esporre personalmente ,'.lla S. Congr. di Prop. Fide lo stato della Missionc e implornre "piú opportuni, copiosi ed ef ficaci soccorsi dalla Pontificb sollecitidine" (16). E dice aperta– mente che tra le altre difficolta, la mancanza di. regolare e suffici'ente sussidio e un pericolo grave per la l\,Iissione del Tibet "il tenue assegnamento nella somma fissata dagli ultimi Decreti per la Missione del Tibet, c¡uando perviene alle maní dei Missionari e ridotto a poco piú della meta a cagione de' rigorosi e replicati cambi: quindi oltre al non essere sufficiente per mantenerla, sano quelli posti nella conting'enza di rimanere senza le solite annate, e di contrarre debiti per poter sostenersi, e vivere a grande stento. anzi per presentare scrit– ture, e divulgare libri in buoni caratt'eri, secando le varie lingue, che in uso in quelle pa-rti, per spergervi i veri dogmi della santa fede, gli e convenuto ri– correre agli europei dimoranti in Bengala ed in Behar" (17). Pero se i Missionari chiedono sussidi sano sempre riverenti, anche se insistenti e sanno comprender'e che se la S. Congr. di Prop. Fide non aiuta e perche non puó, essi sanno "in guante partí siena distratte le rendite di (12) < 'LDIE:\'TE lJA T1,nzonIO, 7. (\, \)Úg. 1H7. (]:l) ( 'LE~IE:\'TE DA '1'1mzonrn, 7. (',, púg. 1n::. Anc11. DELLA s. Co:rnn. llI P OP. Fnm, l'-/rrittu,·e orir¡i11ali riferite ne/le ('011r1r. Gen., rnL 5(l::, Congr, de•! 17 sPtt. 1708. (14) ('Ln!E:\'TE IL\ 'l'ERZORIO, 7. r., púg. 254-5, l', FELICE IJA ~Io:-.nmcurn, Somma– rio (', n., ]l. 4 P 20. (l;i) .\nen. DELLA 8. CoxuR. DI PI:OP. l<'nm. ,'./critturc orir,i11ali rifcrite nelle Conur. Oe11.. n,L HlO: Conr¡r. del 2[) nor. 1717, 11. 2:1; Lettern del I'. Do111e11ico scritta dn I.assa il 15 fcb. 1717. (l(i) IL\PPIH:sEXTAXZ.\ IJE' C.\l'PtTCI:".I ,\T.L\ S. ('oxcm ... , l. c., 11(1g. ::5. (17) J7Jírl., púg. 45.

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