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La sosta di S. Lorenzo da Brindisi nel principato cli Monaco rimase famosa per alcune circostanze singolari. Era un sabato sera quando vi sbarcò, « per celebrarvi la santa Messa la mat– tina seguente ». Il principe gli fece « molta istanza » perchè accettasse ospitalità nel suo palazzo; e il Santo accolse l'invito. Rievochiamo i particolari cli quella che fu chiamata, con frase suggestiva, « notte cli Monaco», seguendo la testimonianza della cameriera della consorte ciel principe. Entrato il grande Religioso nel palazzo, la principesssa Ippolita Triulsi gli si pone in ginocchio dinanzi, chiedendo le benedizione. Anche la cameriera, presente alla scena, s'inginocchia, e manifesta la propria inquietudine per « un grave e quasi continuo dolore alla testa » che la tormentava, e lo prega d'intercedere dal Signore la « bramata sanità». Il Santo traccia un segno di croce sulla principessa e succes– sivamente un altro sul capo della cameriera, la quale si alza « subito guarita». L'Uomo di Dio a mensa fece digiuno secondo sua abitudine cli ogni sabato, in onore di Maria SS. Immacolata; poi, licenziatosi dai prìncipi, si ritirò « per ri– posare un poco ». Trascorsa circa un'ora era in piedi. Si dirige col compagno fra Giovanni Maria da Monteforte verso l'oratorio del palazzo principesco per apparecchiarsi alla celebrazione della Messa. Nella cap– pella tutto è pronto per l'eccezionale rito sacro. Ma S. Lorenzo rileva che manca un'immagine della Madonna. Il suo desiderio cli averla sopra l'altare viene pronta– mente soddisfatto. Si trasferisce nell'oratorio un quadro raffigurante la Vergine Madre di Dio che si trovava nella stanza della cameriera. Dal viso del Santo traluce uno sprazzo di gioia. * S. Lorenzo aveva dato «ordine» al confratello che nessuno, eccetto lui, as– sistesse alla Messa. L'ordine però fu violato, a sua insaputa, dalla devozione della principessa e della sua cameriera, decise a usare un simpatico stratagemma e di– sposte a passare tutta la notte in veglia, per assistervi. Complici le tenebre, le due donne si occultano si lenziosamente in camere distinte attigue all'oratorio: la principessa in una cli fronte all'altare e la cameriera in un'altra dietro di esso. 11 vano dell e porle era chiuso da pesanti tendaggi. Così nascoste osserverebbero il celebrante senza essere vedute, nè sentite, perchè sta– vano « con ogni segretezza, senza lume e senza strepito », in modo che nessuno « umanamente » avrebbe potuto accorgersi della loro presenza. Accostatosi all'altare, S. Lorenzo dice al compagno « con voce intelligibile queste parole: Qui vi è la Signora Principessa! ... ». Conserva tuttavia dolce serenità e si appresta a celebrar la Messa, che continua « per lo spazio cli sei ore incirca », seguìta con animo sospeso e commosso dalle due donne. La cameriera nota che il Santo « era pieno cli una devozione tanto grande, che alle volte pareva l'abbruciasse tutto; alle volte restava pieno cli un'allegrezza mirabile; spesse volte prorompeva in lagrime abbondantissime: e furon tante le lagrime in quella sola Messa, che ci lasciò bagnati sette fazzoletti ... ». Al termine della celebrazione, questi furon ritirati, madidi « tutti di lagrime sparse». Sei li co– stodì la principessa « come reliquie d'Uomo Santo » e il settimo lo trattenne la ca– meriera, conservandolo quale « reliquia santa». * 85

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