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trova giustificazione in quel complesso di avvenimenti contradditori, che ebbero per oggetto la sua missione di ambasciatore del popolo napoletano presso il re di Spagna. L'astu ta e tortuosa politica di chi aveva interesse a troncarla con violenza, il duca di Osuna, trovò un ambiente in apparenza favorevole, ma senza du bbio poco coerente, nella diplomazia pontificia, per motivi che in qu elle fluide circostanze, saranno parsi, sotto un aspetto generale, valevoli, per i riflessi che l'incarico affidato a S. Lorenzo proiettava sull'orizzonte internazionale. Il soggiorno genovese del Santo Durante la sua permanenza forzosa in Genova, S. Lorenzo fu m esso al cor– rente delle gravi difficoltà accavall atesi intorno allo scopo del suo viaggio; ma se non lasciò l'ospitale convento della SS. Concezione per tornare a ll a sua pro– vincia veneta, abbandonando la complicata impresa che si era assunto con animo generoso; e attese, paziente e tranquillo, sebbene non indifferente nè inattivo, di– nanzi all'evolgersi delle confuse pratiche diplomatiche che lo interessavano, si può ragionevolmente supporre che fosse animato da sicura fiducia in una qualsiasi conclusione a lui favorevole. Gli eventi successivi dimostrarono non errato il suo sentimento. Frattanto i componenti la delegazione cappuccina, sbarcata a Genova col Santo, fecero ritorno alla propria sede, ad eccezione del compagno fra Giovanni Maria da Monteforte. Crediamo che la partenza dei confratelli di S. Lorenzo fosse deter– minata da una decisione dei superiori dell'Ordine in Roma, nei primi giorni del soggiorno a Genova, quando una strana circostanza sembrò far dileguare la mis– sione del Santo alla corte spagnola. Il protettore dei cappuccini, card. di Montalto, fece pervenire a S . Lorenzo nel convento dell a SS. Concezione l'ordine di sospendere l'ambasciata. L'uomo di Dio lo accolse umile e docile; non reagì, non chiese spiegazioni, nè si giustificò; ma attese fiducioso in Dio che il tempo rischiarasse la situazione. Egli sapeva che il suo contrastato incarico era discusso, sotto diversi e contrari punti di vista, dalla diplomazia di Napoli, di Roma e di Madrid, e che i responsabili della politica di alcuni stati europei erano entrati, direttamente o indirettamente, nell a com– plessa questione. Il duca di Osuna, avversario dichiarato del Santo in ordine al complicato incarico, ebbe la persuasione che, nonostante tutto il proprio lavorìo diplomatico, S. Lorenzo avrebbe improvvisamente ripreso il viaggio verso la Spagna, imbarcan– dosi segretamente a Genova. Dispose, quindi, che due « feluche» armate, forse quelle stesse ch e inutilmente lo avevano seguìto nella navigazione da Torre del Greco al porto della Superba, perlustrassero costantemente le acque della riviera ligure occidentale per arrestare il Santo. Ma egli non avrebbe potuto ripartire dopo la proibizione di Roma, notificatagli alla SS. Concezione. 80 * 16 . Lo scomparso Convento dei Cappuccini nella Città dei fiori all'e poca del Santo . ( San Remo, quadro a olio di ignoto - particolare - datato 1651 ) >-,;,--+

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