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L' ultimo v1agg10 avventuroso L'incarico diplomatico, affidato da un gruppo di nobili napoletani a San Lorenzo da Brindisi (1618-1619) presso il re di Spagna Filippo III, in difesa del popolo di Napoli, oppresso dal vicerè Pedro Giròn duca di Osuna, fu l'ultima missione, e forse la più ardua e delicata, per complesse situazioni sociali e politiche, da lui compiuta. Il viaggio di S. Lorenzo verso la Spagna e il Portogallo, che chiude il dramma commovente della Sua vita, interessa non poco Genova e la Liguria. Ne tentiamo una rievocazione nelle linee essenziali, usufruendo dei documenti storici esistenti. A inquadrare, però, il movimentato itinerario del Santo crediamo indispensa– bili alcuni cenni preliminari. Un progetto sfumato Verso la fine dell'estate 1618 S. Lorenzo era partito dalla sua provincia monastica veneta diretto a Brindisi. Intendeva mantener la promessa a Massimi– liano duca Baviera di visitare chiesa e monastero da questi edificati sulla sua casa paterna. Il punto di orientamento era Napoli ; ma egli desiderava passarvi incognito, a evitare « l'indiscreta devozione di quel popolo ». Si era soffermato, per riposo, a Caserta, nel convento dei cappuccini, dove venne assalito da violenti attacchi di podagra, con forte febbre. Una circostanza imprevista sconvolse il suo piano. Il guardiano del convento di S. Eframo Nuovo, p. Bonaventura, gli comunicò doversi egli recare urgente– mente in questa città, dietro ordine del protettore dei cappuccini, card. Alessan– dro Peretti di Montalto, « per affari di grande importanza ». Il Santo si mette in cammino verso Napoli. Vi giunge di notte « per non esser conosciuto dalia gente » e apprende lo scopo della chiamata: una missione diplo– matica in favore del popolo napoletano presso la corte di Madrid. Dopo vive insisten– ze e affannose lacrime dei nobili e dei suoi confratelli, che trova riuniti nella sala del refettorio cli S. Eframo Nuovo, accetta, per spirito cli ubbidienza e di carità, sebbene « carico cli malori, e reso poco meno che impotente al disastroso viaggio ». L'ambasciata avrebbe dovuto svolgersi con la più prudente segretezza e la mas– sima celerità, a eludere le trame insidiose tese dal vicerè, il quale, aveva organiz– zato potenti mezzi per catturare S. Lorenzo e impedire il mandato, inteso a far giu– stizia contro i gravi abusi da lui consumati. 76 *
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