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Passa molto tempo, ma finalmente compare il Santo con alcuni confra– telli. Traccia sulla fronte dell'infermo un segno cli croce e pronuncia queste parole: « Va, figliolo , che riceverai la grazia ... ». Michele non si lamenta più, perchè più non sente alcun dolore; ma resta tuttavia immobile per qualche mese ancora. Poi è totalmente libero eia ogni male. La mattina dopo l'incontro con S. Lorenzo giunge in casa dell'ammalato l'in– fermiere per l'ordinaria medicazione. L'uomo, già senza speranza, gli dice: « Non voglio che mi tocchiate ... Ho trovato un medico migliore cii voi! ... ». Deposizione di Mariettina fu Pietro Cane, vedova di Michele Lauro da San Remo, al Processo Apostolico celebrato nell'Oratorio di S. Germano in San Remo nel 1627 ). La mano sul capo Accompagnato eia uno stuolo cli cappuccini, S. Lorenzo eia Brindisi si avviava verso il convento cli San Remo, per la visita canonica alla comunità religiosa. Lo seguiva gran moltitudine cli popolo, attratto dalla fama cli santità che lo precedeva ovunque si recasse. Giannettino Moralclo eia San Remo si trovava presso la porta eletta ciel« Merlo», mentre vi transitava il Santo, e vedendo che la gente si m e tteva in ginocchio in segno di venerazione, anch'egli si inginocchiò. S . Lorenzo gli passa vicino. I fedeli chiedono grazie, ma Giannettino senza esprimere alcun desiderio, fissa l'Uomo cli Dio nel viso maestoso e sereno. Questi gli posa la mano sul capo e gli dà la benedizione. Così toccato e benedetto da S. Lorenzo, Giannettino, che da otto anni soffriva per una brutta malattia alla testa, una specie cli tigna ribelle ad ogni cura, perce– pisce un immediato sollievo ed in pochissimo tempo resta perfettamente libero dal male. ( Deposizione di Giannettino Moraldo fu Nicola da San Remo, resa al Processo Apostolico tenuto nell'Oratorio di S. Germano in San Remo nel 1627) . Vista che ritorna Era una piccola bambina Dorotea Sapia cli Pietro e cli Ginevrina da San Remo, quando subì un intervento per cataratta. In seguito all'operazione i suoi occhi resta– rono storti, così da dare penosa impressione a chi la guardava. Anche le sue facoltà visive risultarono indebolite, tanto che scorgeva appena le persone e gli oggetti, che comunque le apparivano sfuocati. Giunta all'età di otto anni fu mandata a scuola di cucito domestico presso la « maestra delle figlie » Caterinetta. La madre afflitta venne a sapere che nel convento dei cappuccini della città si trovava in visita un religioso che godeva universale stima cli virtù e cloni sopran– naturali: era S. Lorenzo da Brindisi. Animata da grande fiducia, gli mancia la figliola per tre .volte, a pregarlo d i aver compassione delle sue condizioni, ma la bambina non riesce ad avvicinarlo, per l'eccezionale concorso cli popolo. La madre, allora, non potendo lasciare la casa, affida la piccola Dorotea alla sua maestra di cucito, con la Yiva raccomandazione di accompagnarla ai cap– puccini e di presentarla al Santo. Nonostante la folla che premeva intorno a S. Lorenzo, Caterinetta riesce a giungere sino a lui e ad esporgli la situazione della bambina. Il Santo fa un segno cli croce sugli occhi ammalati e congeda le due donne, dopo averle benedette. Nel periodo di circa una settimana Dorotea ricupera perfettamente la vista che aveva perduta. ( Deposizione di Ginevrina consorte di Pietro Sapi a da San Remo, resa al Processo Apostolico nell'Oratorio di S. Germano in San Remo nel 1627) . * 69
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