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Era un anno che Giacomo Fenolio fu Marco eia Triora, residente a Portomau– rizio, soffriva cli penosa indisposizione per sciatica alla coscia della gamba sinistra. La malattia lo obbligava, a frequenti intervalli, a restare a letto; e quando era in condi– zioni cli alzarsi e fare qualche passo, doveva essere aiutato dalla moglie o eia altri famigliari e sorreggersi col bastone. Nessuna delle mo! te cure applicategli gli aveva recato sensibile miglioramento. Avuta notizia dell 'arrivo di S. Lorenzo da Brindisi, circondato della stima cli Uomo cli Dio che guariva gli infe1 mi, il Fenolio desiderò cli ricevere la sua bene– dizione, animato dalla speranza cli essere risanato. Trovando però difficoltà, per le sue condizioni cli salute, a 1ecarsi in casa del Lanteri dove il Santo era ospiéato, lo attese lungo la strada che avrebbe dovuto percorrere, e due volte, in giorni diversi, lo Yide passare frettoloso; la prima sulla piazza dell'Ospedale, poi vicino alla spiaggia ciel mare. In queste due circostanze gli chiese, pieno di fiducia, la benedizione. S. Lorenzo passa, e senza dir parola, gli dà la benedizione e prosegue per il suo cammino. L'ammalato ha l'impressione di averne percepì to l'efficacia: sente che le sue energie fisiche in decadimento hanno una misteriosa ripresa, e nello spazio di pochi giorni ogni male che l'opprimeYa è prodigiosamente scomparso. ( Depos izione di Giacomo Fenolio fu Marco di Triora , re sa al Processo Apostolico celebrato nell'Oratorio di S. Pietro in Portoma u rizio nel 1627). Fede e devozione alla Madonna Il giovane Marco l\urelio Gandolfo, chierico e sacrista nella Collegiata cli Por– tomaurizio - poi ordinato sacerdote - eia una quindicina di anni era affotto eia ulceri purulente diffuse sul viso, sul collo e sulle parti superiori del petto, che emettevano disgustoso fetore , per il quale la gente lo teneva lontano e ciò gli era cli danno nel servizio della chiesa. Il male era ormai cli carattere cronico e, nonostante le cure, ritenuto inguaribile. Così sofferente nel corpo ed addolorato neli'anirno il povero chierico si pre– senta a S. Lorenzo da Brindisi, mentre questi si trovava a Portomaurizio ospite di casa Lanteri ed era entrato nella Collegiata per celebrarvi la S. Messa. Il Santo era in sacristia e si preparava al S. Sacrificio. Gli si avvicina, timido, il Gandolfo, ma animato eia viva speranza nella potenza soprannaturale che si sprigionava sovente dalla sua persona, e lo prega, per amor cli Dio, di intercedere per la propria guarigione. « Domani, piacendo al Signore - risponde S. Lorenzo - ve rrò in questa chiesa per la Messa e vi rivedrò... ». La mattina seguente il Santo ritorna. Gli si presenta nuovamente il Gandolfo rivolgendogli umile raccomandazione di ricordarsi delle sue penose condizioni ed averne pietà. « Inginocchiatevi, figliolo », gli dice l'Uomo cli Dio con voce tenera e commossa. Il giovane si mette ai suoi piedi e gli indica dove sono le piaghe che lo tormen– tano e lo affliggono. Il Santo posa le mani sulle vesti che ricoprono le ulceri, e poi soggiunge: "Abbiate fede e siate elevato cli nostro Signore e della Beata Vergine ... E ora andate -in pace! ... ». L'ammalato è ormai convinto che sarebbe guarito ed infatti, passati una ven– tina cli giorni, le piaghe si chiudono senza l'uso di alcun rimedio umano, e sul corpo martoriato non restano che lievi cicatrici. 66 * ( Deposizione d i Marco Au rel io Gandolfo da Portoma urizi o, resa al Processo Aposto lico tenuto nell'Orato rio di S. Pietro in Po rtomaurizio ne l 1627 ) . 14. li cantore dell'Assunta . ( MAZZINI E., Genova-Voltri , Chiesa dei Cappuccini di Nostra Signora delle Grazie) ~

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