BCCCAP00000000000000000000360

Sussidi spirituali e cure fisiche, usate con larghezza, si erano dimostrate senza alcun risultato. Intanto il ragazzo deperiva sensibilmente, gettando nell'an– goscia i genitori. La madre desolata ricorse più volte a S . Lorenzo da Brindisi, quando risiedeva in Genova, affinchè intercedesse presso il Signore per la salvezza del povero giovi– netto, ma sembrava che il Santo attendesse prima di intervenire. Nell'estate del 1615 si recò a visitare il Santo al convento della SS. Conce– zione la contessa Dianna Spinola, nonna dell'ammalato, a nome della madre, ed insistette con molto calore presso l'Uomo di Dio, perchè volesse consolare la addo– lorata famiglia, ottenendo dal Signore la salute di Giannettino. Il Santo si commosse alle calde preghiere della contessa e, dopo alcuni istanti di profondo raccoglimento, le rivolse, con viso sereno, queste sole parole: « E' fatta! ... ,,, poi la congedò. La signora ebbe l'impressione che la misteriosa frase volesse significare che la grazia era stata concessa. In famiglia se ne discusse, per concludere che non era possibile un altro significato. Si aspettò con ansiosa fiducia ... Passato qualche mese il bimbo guarì perfettamente dalla infermità materiale, e dopo due anni, nel Santuario di Loreto, acquistò la completa sanità mentale. ( Deposizione di Placidi a Spinola-Dori a di Genova , resa al Processo Apostolico celebrato nella sacristia de ll a Metropolitana di Genova nel 1627). Un brandello di tonaca La mattina del sabato santo del 1623, Geronimo Fazio Figarella, residente in Genova nella zona S . Martino-Vernazza, si levò da letto, dove giaceva con forti dolori di capo e febbre, per recarsi in chiesa alle funzioni liturgiche, ma percorso un breve tratto di strada, dovette ritornare suoi suoi passi sentendo che il suo male si aggravava. Prima di rimettersi a letto recitò qualche preghiera dinanzi al Crocifisso del– l'oratorio cli famiglia; e rammentandosi che in un suo cassetto conservava un brano della tonaca di lana usata da S. Lorenzo da Brindisi, donatagli da un religioso cappuccino, la estrasse, la baciò e se la passò ripetutamente sulla fronte, fiducioso di conseguire la guarigione. All'improvviso prova un sussuìto e dopo pochi istanti i dolori e la febbre che lo tormentavano scompaiono. Quando si verificò questo fatto prodigioso, S. Lorenzo da Brindisi aveva chiusa la vita terrena da circa quattro anni (22 luglio 1619). ( Deposizione di Geronimo Fazio Figa rei la ( S. Martino-Vernazza), resa al Processo Apostolico nella sacri stia della Metropolitana di Genova nel 1627). PORTOMAURIZIO Passa e benedice S. Lorenzo da Brindisi si trovava nel 1614 a Portomaurizio, dove, non esistendo ancora il convento dei cappuccini, era ospitato in casa del nobile Paolo Battista Lanteri. Vi si soffermò circa una settimana, impedito a proseguire il viaggio che stava compiendo, a causa dei combattimenti in corso nei dintorni di Oneglia da parte dell'esercito spagnolo. Fu così numeroso il concorso della gente di Portomaurizio e dei dintorni a visitarlo nella casa del Lanteri da sembrare - affermano i testimoni - una pro– cessione ininterrotta. Durante questa breve permanenza del Santo nella città ligure, avvennero due miracoli, che riferiamo in questo e nel seguente paragrafo. * 65

RkJQdWJsaXNoZXIy NDA3MTIz