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il male, e i cattivi rendi buoni con la tua grazia, affinchè si salvino, e la Vergine abbia l'onore, il culto, l'amore al quale ha diritto ». • La contestazione dei diritti mariani S. Lorenzo non la sopporta; gli dà ai nervi e al cuore; dalla penna gli sfuggono invettive che si direbbero crudeli se non fosse chiaro che, pur nominando le persone, le sue sferzate sono contro l'errore ingiurioso a Maria. Per lui Calvino è il « primogenito del diavolo » e « vero Caino ». Più ancora mal conciato viene l'imperatore Costantino Copronimo, figlio di Leone Isaurico, che aveva emanato una legge vietante di venerare la Madonna quale Madre di Dio : « ... Empio, - dice il Santo - germe di vipera, cattivo ger– moglio di radice cattiva, uovo cattivo di corvo cattivo, altrettanto perfido che stolto, cristiano di nome ma giudeo di mente, idolatra e pagano»; quella sua legge è « un vuoto fantasma, un'audace bestemmia di un uomo veramente empio, di un vero copronimo cioè stercoraro! ». Dopo questa lusinghiera presentazione ciel legislatore passa a confutarne le legge e lo fa così efficacemente che di essa non rimane se non un puzzo nausea– bondo, dal quale non c'è da far altro che fuggire. La fraseologia è indubbiamente cruda e rovente nell a sua espressività, ma in armonia col Vangelo. • In S. Lorenzo, oltre all'amore appassionato per la Maclonna,c'è una così alta conoscenza della sua grandezza e dignità da renderlo sensibilissimo, e quindi san– tamente intollerante, di ogni attentato contro di essa e contro ogni attentato del genere egli si scaglia con il fuoco dell'amore più vivo e lo splendore della scienza piL1 profonda e sapienza più alta. Ed è qui sopra ttutto che egli si dimostra insuperab ile avvocato cli Maria. Se infatti eg li è, qualche volta soltanto, fortemente e fugacemente polemico, « l'effusione delle fonti dell'ingegno » nell'esaltazione della Vergine è in continuità, è tutto il suo « Mariale ». Versatissimo nella Sacra Scrittura, tanto da far ritenere che la sapesse a memoria, padrone di parecchie lingue, tra cui l'ebraica che parlava a perfezione, acuto e profondo in teologia e patristica così da trattare altrettanto profondamente quanto esaurientemente anche le più sottili questioni, erudito in tutte le scienze profane dalle storiche alle fisiche e naturali , tutto il suo ricchissimo corredo cli scienza e sapienza egli impiega per lumeggiare splendidamente la Madonna ed im– porla alla ammirazione, alla lode, all'amore di tutti. Nel suo commento alla visione cli S . Giovanni a Patmos: « Un grande pro– digio è apparso in cielo: Una Donna vestita di sole, con la luna sotto i piedi, e coro– nata cli dodici stelle», si ha l'impressione che l'Evangelista gli abbia ceduto la mente cli aquila e la penna d'oro, perchè completi in tutti i dettagli e in ogni sfu– matura il grandioso e misterioso bozzetto. S. Lorenzo, rimanendo come librato nelle s tesse altezze dell'Evangelista, descrive la « Grande Donna » in tutti i particolari cli cui il più minuto (se dire così 11011 è irriverenza) è un sublime poema. L'insieme è un'armoniosissima composi- 46 *
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