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scherare, colpire e demolire. Ma nella sua polemica c'è sempre vivo il desiderio di richiamare gli erranti all'ovile di Cristo. Di Policarpo Leyser egli scrive nella prefazione ali'« Ipotiposi »: « Sa bene Idclio, il quale conosce i cuori degli uomini , che io non ho contro Policarpo nessun personale rancore, e che non lo guardo cli mal'occhio, nè gli porto odio; ma che invece mi sta grandemente a cuore la sua salute; ben sapendo che Dio vuol tutti salvi, e che tutti arrivino alla cognizione della verità». E continua parlando degli altri: « Abbòmino e combatto come si conviene gli errori e !'eresie, tanto dannose e pestilenziali; nè voglio addossarmi questa fatica, se non per richiamare i traviati dalla via dell'errore e della perdizione alla Yerità della fede, e alla via della salvezza... Chi comandò che dalle tenebre splendesse la luce che rifulse nei cuori, perchè chiara si rendesse la cognizione della gloria di Dio nella grazia cli Gesù Cristo, Egli apra gli occhi cli tutti gli eretici, ma specialmente cli Policarpo Laisiero, al quale, m'è testimonio Dio, desidero ogni bene ora e sempre». • E' questo il fine ultimo dell'opera controversista di S . Lorenzo, come del resto cli ogni apologetica cristiana: difendere la vera Chiesa di Cristo, perchè nessuno cli quelli che vivono in essa spezzi il vincolo cli grazia che lo unisce al Capo, e richia– mare ad essa gli erran ti. La Chiesa - egli afferma - è maestra e madre dei veri cristiani, capo ciel modo e sede cli Pietro, regina di tutti i popoli. A lei devono gli uomini stare uniti , con i vincoli della fede, della carità, dell'ubbidienza al Succes– sore cli Pietro, che Cristo ha costituito suo Vicario, perchè nella Chiesa sola c'è l'unione vitale con Cristo e quindi la salvezza. Questa ansia di difesa e di richiamo cli S. Lorenzo eia Brindisi è l'elemento vivificante della sua opera, che ci mostra l'ardore ciel suo zelo e la fiamma della sua carità cli apostolo tutto dedito a diffondere la verità, perchè nella verità tutti siano santificati nella vita della grazia divina. P. LUIGI M. DA. GEN01IA 34 *

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