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frati ricevettero alloggio nell'ospedale della città. Lorenzo, resosi sùbito conto della gravità della situazione, già dai primi giorni iniziò a predicare. Parlava in italiano tutti i giorni al mattino e tre volte alla settimana alla sera. Polemizzava contro gli eretici con sicurezza di dottrina. Abilità oratoria e zelo non comuni. L'opi– nione pubblica cominciò ben presto ad esserne scossa. Gli eretici vennero sempre più numerosi ad ascoltarlo e molti di essi ritrovarono per suo mezzo la via del ritorno alla Chiesa di Roma. Per poter riuscire più efficace nella sua predicazione, S. Lorenzo studiava inde– fessamente le dottrine delle varie sette ereticali, mentre perfezionava la sua cono– scenza della lingua germanica, per poter meglio affrontare gli uditod protestanti ed allargare il raggio della sua influenza risanatrice. Costretto, nel 1602, a motivo della sua elezione a superiore generale dell'Ordine cappuccino, ad abbandonare i luoghi del suo ministero fra gli eretici, si fece sosti– tuire dal P. Mattia Bellintani da Salò in quella difficile opera di apostolato, tenen– dosi sempre informato degli sviluppi della situazione mediante frequenti relazioni scritte. Nel 1606, terminato il periodo del suo generalato, da Paolo V fu nuovamente inviato in Boemia, accolto come un liberatore dai cattolici allora impegnati aspra– mente per impedire che venisse cohcessa la libertà di culto agli Unitari, Luterani e Fratelli Boemi. Riprese il suo ufficio di predicatore apostolico per frenare quanto più era possibile l'invadenza protestante. L'efficacia della sua azione è dimostrata dal fatto che finchè egli rimase a Praga, le varie sètte non riuscirono a ottenere, nonostante i loro sforzi, la desiderata libertà di culto. • Della predicazione apologetica di S. Lorenzo e della intensità ed estensione della sua opera, ben poco forse ci sarebbe rimasto se da un episodio di questa lotta non fosse sorta nella sua mente l'idea di comporre l'« Ipotiposi del Lutera– nesimo ». Occasione fu la predicazione di un certo Policarpo Leyser, famoso teologo luterano, e la pubblicazione, da parte sua, di un libello in difesa del Luteranesimo, in acre polemica contro i predicatori cattolici. Il Leyser, predicatore cli corte di Cristiano II elettore di Sassonia, giunse a Praga nel luglio 1607, al sèguito di Cristiano II. La domenica dopo il suo arrivo, dalla loggia dove era ospitato il principe Elettore, tenne una predica sull'argomento delle « buone opere ». Grande fu il concorso di popolo; non mancò un buon numero di cattolici, attratto dalla fama dell'oratore e dalla curiosità di ascoltarlo: il successo fu incoraggiante. S. Lorenzo, che si trovava a Praga, avrebbe voluto ribatterne sùbito gli errori. I Superiori, però, temendo tumulti e disordini, giudicarono più prudente che tacesse; e egli ubbidì. Dopo tre giorni, il Leyser, incoraggiato dal successo e dal silenzio dei catto– lici, tenne un altro discorso che ebbe maggior eco del primo, trattando della « giusti– ficazione del peccatore mediante la fede». Un gruppo di cattolici aderiva all'eresia. Ques ta volta il Nunzio Apostolico e il Cardinale Arcivescovo ordinarono a tutti i predicatori di confutare punto per punto gli errori del Leyser. Primo fra tutti, il giorno seguente, Lorenzo saliva in pulpito nella Chiesa dell'Immacolata Conce- 30 *

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