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curioso diagramma che capta a suo modo le vibrazioni della vita esterna. Nessuna meraviglia se, tra i Religiosi, anelassero profilandosi simpatie più per una nazione che per l'altra, tanto più che a determinarle sopravvenivano altri fattori, qua li le distanze, le differenze cli temperamento e cli clima. Dolorosamente questo stato d'animo, anzichè trovare un'immediata soluzione, prima covò nei corridoi diplomatici e nei monastici penetrali, poi esplose, passando nell e cancellerie e nelle corti e diventò un « affare cli stato». Il Duca Carlo Ema– nuele si ostinò sempre più nella sua idea, d isposto a battersi in tutti i modi finchè non vedesse realizzato il suo disegno. Nessun cappuccino genovese avrebbe dovuto rimanere nei suoi Stati. Non abbiamo avuto tempo di dedicarci a ricerche, ma, a spolverare vecchie carte, non ci saremmo m eravigliati cli trovar presenti documen– tazioni di congiure, cli complotti, cli spie ... Questa vecchia e sempre uguale storia umana!. .. Nonostante che serpeggiasse un po' cli malumore anche in convento, l'Ordine era deciso a non subire imposizioni. La divisione della Provincia non la si sarebbe dovuta fare. Non per questo il Duca disarmò. Mise in moto l'insidiosa macchina della diplomazia, cercando aderenze e facendo pressioni . • I Superiori Maggiori, preoccupati cli questo s tato che esasperava gli animi e rinfocolava le divisioni, mandarono un Commissario che tenne Capitolo a Pavia nel 1611. Ai discorsi del Presidente gli animi si distesero: « tutti piangevano e s'inginocchiavano con gridar: vogliamo pace... ». Il problema fu rimandato al pros– simo Capitolo Generale. Per chi sente addensarsi sul capo l'ineluttabile tempesta, non c'è che un ripiego: temporeggiare. Il Capitolo Generale si pronunciò ancora una volta contro la divisione ed il problema, sempre più acuto, arrivò cli rimbalzo alla nuova assise tenuta dai Frati della Provincia :mcora a Pavia, nel 1613. Questa volta era venuto da Roma, come Commissario, un Definitore Gene– rale: P. Lorenzo eia Brindisi. Il suo compito era tra i più ardui: aveva però un programma ben determinato. Propose alla Provincia congregata che dovesse essere eletto un Provinciale estraneo, che non potesse avere alcun «interesse in questa materia cli divisione» e, per dare agli elettori un orientamento, indicava una rosa di nomi. I capi tolari, a quanto è dato intravvedere, furono presi cli sorpresa. Questa nomina cli un estraneo alla Provincia era troppo inusitata, « non mai pitt sentita in nostra Provincia ». Tra i proposti chi ebbe due voti, chi uno, chi nessuno. Il Commissario Presidente insistette allegando le giuste cause della disposi– zione « per rispetto del Signor Duca » e i Padri, di fronte ::i tale insistenza, « si strinsero nelle spalle ». Per eleggere un estraneo, perchè non avrebbero potuto scegliere lo stesso Padre Presidente? 20 * 4 . li Convento della SS . Concezione in Genova nel sec. XVII... visto da P. MORTIER. ( Incisione - 1650)

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