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riunite in un solo individuo e in grado tanto eccellente. Per questa realtà la figura straordinaria di S. Lorenzo da Brindisi reclamava un attaccamento rispettoso, atti– rava entusiastica simpatia e suscitava illimitata ammirazione. Egli chiuse drammaticamente l'esistenza sulla terra a Lisbona, mentre con– duceva a termine una missione diplomatica a tutela dei diritti conculcati e di pa– cificazione sociale, il 22 luglio 1619, nel compiersi del suo sessantesimo anno cli età, circonfuso dai meriti e dalla fama cli santo. Pio VI lo dichiarò Beato il 18 gennaio 1783 e Leone XIII lo canonizzava 1'8 dicembre 1881. Con lettera apostolica del 19 marzo 1959, ricorrendo il quarto cente– nario della sua nascita, Giovanni XXIII lo proclamò Dottore della Chiesa universale. - II - L'attività cli S. Lorenzo da Brindisi seguì una direttiva uniforme pur nei diversi, e apparentemente opposti campi, su cui si sviluppò, con un ritmo progres– sivo e sempre celere. Uno sguardo d'assieme non consente di constatarne le propor– zioni e le dimensioni. Si tratta cli un panorama come formato da piani eccessiva– mente ampi. Sembra tuttavia possibile ridurla nella visione cli tre prospettive, ten– denti a formare un tutto unitario: mistica, monastica, sociale. Sotto l'aspetto mistico il Santo, religioso cappuccino, ebbe per fine immediato la propria perfezione serafica o la vocazione alla santità, conforme all'ideale del– l'Ordine a cui appartiene; sotto quello monastico, egli agì in qualità di superiore della Comw1ità dei Cappuccini, animando con esempio, insegnamento e opere i confratelli alle caratteristiche virtù francescane, allo studio, al ministero sacro; sotto l'aspetto sociale S. Lorenzo, come apostolo, si dedicò senza riserva al servizio esclusivo del Signore, quale scopo ultimo e finale della poliedrica azione realizzata, con mezzi umani e divini e nella varietà delle circostanze, sull'immenso terreno aperto al suo zelo ardente. * A un invito, ispirato agli ideali del Poverello di Assisi e suggeritogli dall'alto, S. Lorenzo ubbidì quando, nel 1575, entrò a far parte dell'Ordine cappuccino. Passa– rono gli anni; si succedettero vorticosi gli avvenimenti intorno alla sua persona, in non pochi dei quali fu protagonista; venne costretto, per lungo tempo, a vivere fuori di convento in ambienti poco conciliabili col raccoglimento interiore ; restò vincolato a straordinari fatti che apparivano materialmente estranei alle segrete aspirazioni ciel suo cuore; ma egli, anche in mezzo a ostacoli, non rallentò l'impeto iniziale della sua spiritualità serafica, non ne attenuò la fiamma, che anzi il moto rese più affrettato e il fuoco fece divampare. Il potente anelito della perfezione individuale, quasi istintivo in S. Lorenzo, trovò contemporaneamente il campo preparato a un'opera instancabile di direzione costruttiva nella compagine del suo Ordine. All'epoca in cui vestì l'abito religioso, la riforma cappuccina, diramazione fiorente dell'annoso albero francescano, aveva appena superata la più aspra crisi della sua consistenza. Contava circa 3.700 frati, non pochi dei quali, passato per miracolo l'uragano, percepivano il bisogno di un assestamento, preludente a rinno- * 11

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