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Un reliquiario contiene un brano di abito religioso e un sandalo usati dal Santo, e porta la seguente iscrizione: « Del B. Lorenzo da Brindisi, Cap.no ». Nell'altro si trova il « cappuccio del B. Lorenzo da Brindisi», come si legge in un cartiglio unito alla Reliquia. Sotto vetro vi sono pure l'iscrizione: « Genova, S. Bernardino, 17 febbr. 1879. Fr. Stanislao da Genova, Ministro Prov.le cappuccino», e un'immaginetta stampata su seta, formato rettangolare, logora, che raffigura Lorenzo da Brindisi, senza aureola, dinanzi al Crocifisso. Questa effigie è senza dubbio anteriore alla data di Beatificazione ( 1783 ). La sua « Benedizione » Nel « Ristretto della vita virtù e miracoli ciel Beato Lorenzo da Brindisi... » (1783), scritta dal P. Bonavent~ra da Coccaglio ed edita dal P. Claudio eia Pieve di Teco, dei cappuccini genovesi (Cfr. « Appunti bibliografici laurenziani », in questo fascicolo), si trova la formula d'una speciale Benedizione composta da S. Lorenzo da Brindisi. Riassumiamo dalla citata biografia ciel Santo (Cfr. Ristretto..., pagg. 123-125) brevi cenni circa l'origine, le circostanze e l'efficacia della storia « Benedizione ». Erano undici anni che il conte Nicolò Cesena, residente a Serravalle (Veneto) soffriva di misteriosa e grave infermità fisica e morale, contro cui nè cure nè medicine avevano alcuna efficacia. Qualche passeggero sollievo ai suoi mali trovava nelle frequenti visite del cappuccino P. Grisostomo da Serravalle, che, per confortarlo, gli tracciava « il segno della Santa Croce in fronte ». L'ammalato venne un giorno a sapere che nella Provincia veneta dei Cappuc– cini godeva gran fama « di santa vita e costumi esemplari» - riportiamo dalla testimonianza del conte - Padre Lorenzo da Brindisi, « per mezzo del quale sua Divina Maestà si degnava operare molti miracoli ». Gli si accese nell 'animo forte speranza di « ottenere la sanità, se avesse ricevuto la Benedizione cli questo Santo Padre ». Si rivolse, per lettera, al Guardiano del convento dei cappuccini di Sacile, P. Leopoldo da Gorizia, pregandolo cli fargli avere uno scritto cli benedizione cli S. Lorenzo eia Brindisi. Dopo molte insistenze venne esaudito. Il P. Leopoldo, attraverso un altro cappuccino, P. Stefano bergamasco, Guar– diano e maestro del Noviziato nel convento cli Bassano - dove in quel tempo abitava il Santo - riuscì ad ottenere la « formula cli benedizione» tanto desiderata, che inviò al richiedente in Serravalle. Il conte Cesena narra, con esuberante stile secentesco in una sua « depo– sizione » annessa ai « Processi », i particolari del miracolo, che riassumiamo con estrema brevità dalla biografia edita dal P. Claudio da Pieve di Teco. Ricevuto « il polizzino nel quale era la benedizione scritta cli mano » da S. Lo– renzo da Brindisi « lo baciò e riverentemente se lo pose sul petto ». Si compie il miracolo della fede. L'infermo fu « in un sùbito risanato miracolosamente cli tutto il male » che soffriva « nel corpo e nell'anima, nè in avvenire,, ebbe « la minima infermità prima patita ». a. d. v . • Con il ricordo della « Benedizione » - riprodotta anche in copia fotografica a pag. 109 - si chiudono queste pagine curate dai Cappuccini Genovesi 112 * IN RICONOSCENZA a S. Lorenzo da Brindisi che governò per un triennio (1613-1616) la loro Provincia; IN OMAGGIO al grande Santo, proclamato Dottore della Chiesa univer– sale (19 marzo 1959); COME AUSPICIO della Sua perenne celeste protezione.

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