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Da una nota marginale del dotto can. Vincenzo Lotti, storico di Taggia, e da altre fonti sappiamo che motivo della nuova tassa sulla carne era stato il vivo desiderio che la Comunità di Taggia aveva dei Cappuccini, mentre i Domenicani, preesistenti nel luogo, ne avevano impedito in vari modi la venuta. La nuova gabella avrebbe dovuto contribuire a raccogliere i fondi necessari per il nuovo convento. Il particolare, se illumina su speciali stati d'animo del momento, aureola di luce anche più simpatica l'intervento del Santo Provinciale Cappuccino. « Basta - proseguono le « Memorie » - per misericordia di Dio arrivò a Taggia il P . Provinciale dei Cappuccini, che era allora il Rev.mo Padre Ex Generale Lorenzo da Brindisi, ora Beato, quale, intese tali ostilità, sedò tutti quegli popolari tumulti, e rimesse in tranquilla pace e quiete ogni cosa, con decoro e vantaggio de' Padri Domenicani , ingiustamente tribolati ». Il cronista cappuccino, con lodevole generosità d'animo, imposta i fatti su un piano che esclude ogni polemica e ogni recriminazione. La «cronaca » aggiunge, a conferma dell'opera pacificatrice del Santo, una notizia: « Il Serenissimo Senato mandò ( nel 1615) al Convento de' Padri Domenicani una grossa limosina a fine di risarcire i danni dati a detta Comunità per causa de' Taggiaschi, o delle loro false imposture, come poi furono per tali riconosciute da detto Serenissimo Senato». Secondo una tradizione, il fatto venne ricordato da una edicola con affresco, riproducente l'abbraccio tra S. Domenico e S. Francesco, all'angolo di via S. Teresa col piazzale della chiesa dei Cappuccini, nel punto cioè che può essere considerato il varco ideale tra i due conventi. Edicola e affresco, deteriorati dal tempo, furono ripristinati coi concorso cli benefattori dall'attuale Superiore dei Cappuccini P. Daniele da Prà e inaugurati il 13 settemb{·e 1959 dal Provinciale P. Cassiano da Langasco, che in un breve discorso, rievocò il senso dell'affresco mettendolo in rapporto con la nuova gloria che cinge il capo del santo Provinciale, pacificatore di animi. Affigliazioni all'Ordine Durante la carica di Generale dei Cappuccini (1602-1605) S. Lorenzo da Brin– disi largì almeno quattro « affigliazioni » all'Ordine: una nel Belgio, due nella Spagna ed un'altra in Italia, nell'Umbria (Cfr. Collectanea Franciscana, tomo 29, fase. 2-4, 1959). Due « afiigliazioni », ignorate dai biografi , concesse pure il Santo quando era Provinciale dei Cappuccini liguri (1613-1616) e si trovava in visita al convento di Taggia. La notizia fu già resa nota nel Numero Unico « I Cappuccini Genovesi a S. Lorenzo da Brindisi nel 3° Centenario della sua morte (1619-1919) ». Ne troviamo conferma nel « Libro delle memorie del Convento di Taggia », manoscritto, dove a pag. 10 si legge: « Questo grand'uomo (P. Lorenzo da Brindisi) fu in Taggia dell' (nell') anno 1614 e 1615, come appare da due Figliolanze (affigliazioni) scritte e (queste parole sono aggiunte posteriori di altra mano) sottoscritte cli proprio pugno in Taggia e lasciate (concesse) alle due Ili.me Case Lombardi e Lercari ». Le Famiglie Lombardi e Lercari erano, nel secolo XVII, fra le pii1 ricche e generose della città cli Taggia ove abitavano. Non ci risulta che il casato Lombardi appartenesse alla nobiltà come quello Lercari. I due cognomi si riscontrano nella storia del convento cappuccino tabiese, per particolari benemerenze eserci tate verso i religiosi. Accenniamo soltanto che nel 1610, dopo la posa della prima pie tra del nuovo convento dei cappuccini in Taggia, fra i « deputati alla fabbrica» figurano Gio Tommaso Lercari e Giovanni Lombardo (i), forse i capi, allora, delle due famiglie . Il primo fece edificare, a sue spese, una Cappella nella Chiesa dei Cap– puccini, dedicata alla SS. Trinità ( Cfr. Libro delle memorie del Convento). Sul pavimento cli questa Cappella è la tomba della Famiglia Lercari, con una lapide marmorea che reca lo stemma della casa, scalpellato. In un'altra cappella si trova la tomba della Famiglia Lombardi. 110 *
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