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-I- Nacque il 22 luglio 1559 a Brindisi nell'Italia meridionale; ma era ongmario, probabilmente, del Veneto e forse della città della laguna. II cognome di famiglia sembra essere Russo. Nel battesimo e nello stato civi le ebbe il nome personale di Giulio Cesare. Orfano a dodici anni, passò, sotto la tutela e la cura di un zio paterno sacer– dote, a Venezia dove si dedicò agli studi letterari ed ecclesiastici. La sua adolescenza fu adorna di qualità morali e intellettuali non comuni: vivo senso di pietà unito a immacolatezza di costumi, mente aperta e pronta, energica volontà, animo sereno. Giulio Cesare dimostrava straordinaria attitudine allo studio, sussidiata da avidità di leggere e da spirito di raccoglimento e medi– tazione. Pare che avesse nitidi presentimenti circa il suo avvenire e le grandi cose che avrebbe compiuto; e che vi si preparasse con cosciente impegno. Sedicenne fu accolto tra i frati minori Cappuccini della provincia monastica veneta e venne chiamato Lorenzo da Brindisi. Con questo nome passa alla storia. Attraverso la rigorosa formazione spirituale e culturale, che si rivelò nelle future manifestazioni della sua personalità, a Verona e poi a Padova all'ombra delle fio– renti scuole dell'Ordine, tralucevano, come proiezione cli raggi da potente luce ancòra occulta, vivide speranze. * A ventidue a1mi, ancòra diacono, fu destinato al ministero della predicazione e, appena sacerdote, cominciò a percorrere alcune città italiane, acquistando fama cli valente oratore. Nelle parentesi del suo intenso apostolato continuò assiduamente lo studio sacro e umanistico e venne in possesso di un patrimonio di erudizione ricchissimo. Lo sforzo intellettuale, facilitatogli dalle eccell enti doti, coadiuvato dal per– manente stato di grazia, e come imposto dalla missione che la Provvidenza gli affi– derebbe, gli consentì cli pervenire rapidamente alla conoscenza, in estensione e pro– fondità, di tutta la teologia cattolica, della S. Scrittura nell'integrale testo ebraico, degli errori dottrinali dell'eresia protestante, dei punti di contatto e di opposizione delle controversie religiose del tempo, della letteratura classica. Perfezionò frattanto lo studio delle lingue antiche: ebraico, greco, latino, caldaico e siriaco; e di quelle moderne di uso: tedesca, francese, <;pagnola, slava, oltre l'italiana. Senza dubbio egli non aveva uguale dominio di tutte queste diverse lingue; ma della maggior parte di esse poteva usufruire senza difficoltà, nella pre– dicazione e negli scritti. La sua padronanza della lingua ebraica, in particolare, appariva prodigiosa; se ne serviva con la stessa facilità degli ebrei, così che non pochi di questi, presso i quali esercitò un efficace apostolato in Roma, per ordine di Gregorio XIII e di Cle- l . Il Ministro Provinciale . ( Ignoto, Genova, Curia Provinciale dei Cappuccini) 8 *

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