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CONFLICTO EJ',,'TRE EL CARDENAL Y EL NUNCIO piu che mai, di rimuovere una questione o controversia odiosissima e pc– ricolo,issima circa le facolta nat.ive, originarie de' Vescovi; di non rad– doppiare al Santo Padre la ingiustissima tribulazione che soffre invece di sollevargliela; di assicurare ancora quanto si possa il valor di quanto si faccia, si determini e si dispensi; di concordar finalmente e riunire senza detrimento delle loro rispettive preminenze e regalie, il Sacerdozio con !'Impero, e i Pastori Ecclesiastici con il· loro Supremo e della Chiesa, e nostro parere / / In primo luogo, che V. Emza. non insista piu, per– che il Governo dichiari la interruz1one della corrispondenza con S. Santita, mentre esendo gia, come sembra nota, e manifestata dalla Giunta a V. E., pL1o darsi per cerca senz'altro passo. In secondo che poiche e passato tanto tempo, attesc le incidenze occor– se, senza essersi posta in chiaro, e palesafa questa risoluzione, aspett; V. Fmza. un poco piu, che le venga certificato dalla Giunta o dal S1gr. Nunzio e manifesti --1uesti le facolta e l' exequatur. Finalmente che se per ventura vi fosse qualchc cosa d1 avvertire in– torno alle medesime e forse da passarsi, non se ne dia V. E. per intesa, e le lasci correre; giacche ne gli esempj di Enrico terzo con Benedet– t0 XIII, di Cado Quinto con Clemente VII, di Filipp<;> Secondo con Paolo IV e di Filippo Quinto con Clemente XI, fanno alcuna forza, attesa la nota- / / hile diversita delle circostanze, ne si deve presumere che nelle attuali il Sommo Pontifice tenga a bene, che dispensino i Vescovi dovc ani un suo Nunzio legitimo che lo rappresenti, prescindendo per ora del resto V. Emza. sopratutto determinera il meglio)). Ritrovavansi in Siviglia, accorsi, chi sa, di proposito, un certo cano> nico di Lerida Dn. Giuseppe Espiga, quell'istesso che fu una volta Udi– tore di Rota della Nunziatura, e che istigo come si crede, il Sigr. Urqui– jo, suo grande Amico a pubblicare il sopraenunciato Decreto in Sede Vacante, e che fo poi esiliato da 1'.1adrid, e cassato dal numero degli Udi– tori dopo la creazione del Nosfro attuale Sommo Pontefice; un certo Dn. Lorenzo Gioachino Villanueva, Cappellano di onore di S. M.; un certo Oliveros, canonico della Chiesa di S. Isidoro di Madrid, e vari altri Sacerdoti, che insinuandosi nel Governo e valendosi del nome di S. Em– za. cominciarono a sparger dubbj sulle facolta del Nunzio, e indussero il Í Í Segretario di Stato un tal Garay a prender parere dalle U niversita di Siviglia, Valenz~ e Granata, invece delle primarie, quali sono, Sala– manca, Valladolid e Alcala. Quelle si risolsero contro il N unzio, perche fmono maliziosamente consultate tacendo fra le altre cose i fatti ante– riori della Giunta Centrale, perche v' erano lndividui di loro part1to, e 20

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