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La sua spiritualità, senza manifestazioni esterne particolari, varie matrici. Anzitutto, fu senz'altro di fondamentale importanza ziazione ricevuta dal suo direttore di studentato p . Mariano da ~ il quale aveva ispirato alla madre Sorazu la mistica trinitaria: « V la inabitazione di Dio Uno e Trino nel fondo dell'anima; amare, a1 e amare Dio Uno e Trino». Una spiritualità, dunque, da vivere anzi· nell'intimo dell'anima e che sarebbe stata corroborata dalla vita d munione con i santi, da lui studiati anche prima di assumere l'inc: di relatore generale della Congregazione per le Cause dei Santi. Quest' forma di spiritualità risalta, unitamente alla sua chiara conoscen prassi ascetico-mistica, nelle introduzioni e nelle note che corre l'edizione critica degli epistolari della madre Sorazu e del p. Pi< Pietrelcina. Un'altra fonte può essere identificata attraverso i test lui scelti per l'antologia « La bella e santa Riforma », che a buon di va considerata il vademecum della autenticità cappuccina. Infine, vi spiritualità del lavoro, inteso e compiuto come servizio, durante la vita. Rigido con se stesso, austero e povero nel modo di vivere, persona, nella sua cella cappuccina, non pretese mai troppo da q1 ebbero la grazia di vivergli accanto e alle sue dipendenze. Mai ci v in mente di accennare, in vista di un eventuale avvicendamento, sua troppo lunga - 26 anni - permanenza alla direzione dell'Ist Storico. Eravamo contenti e fieri di lui; il suo esempio ci stimola lavorare sodo, ed egli ci contraccambiava con la sua fiducia e comi sione anche di fronte ·a qualche esuberanza giovanile. Senza m incomprensioni con i superiori, verso i quali fu sempre ossequiose nondimeno strenuo assertore dell'autonomia dell'Istituto, almeno quanto riguardava il lavoro; né mai si stancò di chiedere, anno anno, ai superiori dell'Ordine nuovo personale e perfino certe come come ad esempio la necessaria ampiezza dei locali e il riscaldam Un'altra caratteristica del p. Melchiorre fu la piu assoluta mode mai parlava delle cose realizzate e tanto meno faceva sfoggio della erudizione; cosi pure, mai si immischiò in polemiche. La sua mi e comprensione risaltano continuamente nell'esercizio del suo ini compito di recensore. Per le sue mani passarono centinaia di libr prattutto storici, alcuni dei quali ottimi, altri buoni, la maggior J mediocri. Conformemente all'indirizzo seguito nella rivista dell'Isti le sue recensioni furono piuttosto informative. Non per questo, lesinò le giuste lodi e soprattutto i suggerimenti ed incoraggiamenti maiora », specialmente quando si trattava di principianti nella si disciplina della storia 70 • 70 La recensione più lunga e in1pegnativa - uno. stringente confutazione non mica -, la dedicò all'opera del confratello Theophil Graf, Z11r E ntstelwng des Kap11zinero Quellenkritische Studien, Olten-Freiburg i. Br. 1940, in CF 10 (1940) 418-427. Cf. (1958) 235s. 36
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