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per mettere le mani, a colpo sicuro, sul materiale occorrente, e un finissimo intuito per valutarne rapidamente l'importanza e l'utilità. All'inizio del 1935 cominciò a pubblicare, sempre nella rivista del– l'Istituto, un lungo elaborato (71 pp.) sul p. Pietro Trigoso da Calatayud, promotore degli studi bonaventuriani nel secolo XVI (Bibl. 3). Con ogni probabilità si trattava della pr ima parte dell'ambizioso progetto di spe– cializzazione cui si è già accennato, concepito ed abbozzato a Lovanio nel 1931. Finalmente, dopo tre anni di assenza, nel luglio fece un breve ritorno in provincia, « per motivi a noi noti » - si legge nelle lettere obbedien– zali -, cioè per motivi di studio e di ricerca, non per vacanze, termine che mai apparirà nelle sue obbedienze fino al 1948, e rarissime volte in seguito. A Madrid consultò l'Archivio Nazionale Stor ico, la Biblioteca Nazionale e la Biblioteca dell'Accademia della Storia, centri dai quali attin– gerà materiale prezioso per la storia dei cappuccini di Spagna. Inoltre, diede gli ultimi ritocchi al primo libro, subito dato alla stampa, su un argomento del tutto nuovo: i Collegi Serafici nell'Ordine cappuccino (Bibl. 4). Fu un dono prezioso e un omaggio in occasione del 25° anniver– sario della fondazione del Collegio Serafico di El Pardo, dove il p. Mel– chiorre aveva frequentato le scuole m edie. L'erudita monografia storico– giuridico-didattica, basata solidamente sulle fonti e sulle informazioni che aveva sollecitate dalle varie province dell'Ordine, era stata scritta senza fretta , in quei ritagli di tempo libero che il p. Melchiorre saprà sempre trovare senza venir meno agli impegni peculiari dell'Istituto. L'opera, uscita dalla tipografia alla fine di gennaio del 1936, passò quasi inavvertita 12 , ed oggi è praticamente introvabile, dal momento che l'intera edizione fu distrutta dai rivoluzionari nel luglio seguente, prima che si potesse provvedere alla sua distribuzione. A cominciare almeno dal 1934, il p. Melchiorre lavorò intensamente a localizzare, trascrivere, studiare e preparare criticamente i testi delle fonti storiche cappuccine, vale a dire le prime cronache ufficiali del– l'Ordine. Com'è noto, l'annalista Zaccaria Boverio aveva utilizzato ampia– mente, nei suoi Annales (Lione 1632-1639) , le cronache dei precedenti annalisti, non di rado travisando la loro versione dei fatti e, purtroppo, indulgendo alla polemica e ad un certo trionfalismo, in stridente con– trasto con lo stile semplice e il racconto pacato dei primi cronisti. In tempi a noi piu vicini, i testi originali erano stati utilizzati da storici come il p. Edoardo d'Alençon e il p . Cuthbert, ma erano molti quelli che ne auspicavano un'edizione integrale e critica. A tale uopo il p . Mel– chiorre ideò la creazione di un 'apposita serie o collana di pubblicazioni, intitolata Monumenta Historica Ordinis Minorum Capuccinorum, in cui rac– cogliere le fonti storiche, giuridiche, epistolarie e missiologiche dell'Ordine. Nell'aprile del 1937 era pronto per la stampa il primo volume, con– tenente le tre relazioni sull'origine della riforma cappuccina scritte tra 12 L'opera non risulta recensita, e neppure ricevuta, in Revue d'Histoire Ecclésiastique dell'Università Cattolica di Lovanio né nelle riviste Est11dis Franciscans e Ettules Fra11- ciscaines, verso le quali il p . Melchiorre aveva uno speciale riguardo. 11

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