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E tuttavia, Francesco non ha contestato direttamente, esplicitamente, nella predicazione o negli scritti, la situa– zione sociale del suo tempo, non ha provocato la lotta di classi. Francesco ha preferito il profetismo dei fatti: fatti ispirati, fino in fondo, al modello di Gesu. Percio risponde alla realta socio-politica dell'epoca combinando, nella sua vita e nella vita dei suoi frati, due gesti evangelici fonda– mentali: il gesto della minorita e il gesto della fraternita. Innanzitutto sceglie, minoriticamente, l' ultimo posto nella societa, il posto del povero tra i poveri: per imitare la suprema « kenosis » di Gesu, che da ricco si era fatto povero per noi, ,e per imitare l'aspetto rilevante della mis– sione di Gesu, che aveva preso in mano, come liberatore messianico, la sorte dei bisognosi e degli emarginati 139 • Da questa piattaforma umana ed evangelica, dal di fuori del sistema, per cosi dire, Francesco puo arrivare meglio - con assoluta semplicita e coerenza, col cuore libero e la mano tesa - alla coscienza di tutti, maggiori e minori, potenti e umili, dotti e idioti. Francesco non aspira a una « societa pauperistica », bens1 al massimo livellamento possibile, mediando fra gli uni e gli altri e offrendo l' esempio della fratellanza caratte– ristica del suo movimento religioso. Francesco pensa a un « modello sociale ' fraterno ' basato sul concetto di ' fami– glia ', in cui le differenze sociali non 1 sono dettate che da eta, sesso, responsabilita, non da ricchezza, potere, scienza ». Percio, piuttosto che « sovvertitore di un ordine sociale, 139 Cfr. Mt 11,2-6. Le 7,18 ss. Filippo Piccioni, La profezia di Francesco d'Assisi in « L'Italia Francescana » 61, n. 1 (1986) 81-87. 87
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