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Gerhard von Rad, Profetas verdaderos, profetas falsos Le., Heinrich re» 51 • Nel caso, i « frutti » si riferiscono all'incidenza che la predicazione ha nella vita del profeta stesso. La Didaché o Dottrina rdei ,dodici Apostoli, autentica perla della primitiva letteratura cristiana, dice: « Non ·e profeta chiunque parli a modo di ispirato, ma solo colui che abbia i costumi del Signore. Dai costumi dunque si conosceranno il falso e il vero profeta... Ogni profeta che insegna la verita e non mette in pratica cio che insegna e un falso profeta» 52 • b) Nel piano della testimonianza esistenziale del pro– feta, ci sono due qualita molto significative: il disinteresse e l'umilta. Gia la Didaché stessa rimarcava questa caratte– ristica 'del vero profeta: un uomo non attaccato al denaro, al prestigio e alla propria comodita, che non approfitta della credulita umana. D'altronde, il profeta autentico, per– ché e davvero un uomo di Dio, non e un ossessionato, che propone le sue idee con assoluta intransigenza o con cieco radicalismo; e, evangelicamente, un «minore». Nella mi– sura in cui e sicuro in Dio, ha una coscienza ancora piu Fries, La revelación, in « Mysterium salutis ». Manual de Teología como historia de la salvación, dirigido por Johannes Feiner y Magnus Lohrer. Supervisor de la edic . española P. Juan Alfara, S.J. 3a Edic. Vol. I. Ediciones Cristiandad. Madrid 1981, p. 249 ss. 51 Mt 7,20; 7,15. Cfr. Ortensio da Spinetoli, Matteo. Commento al « Vangelo della Chiesa ». 3a ediz. Cittadella Cristiana. Assisi 1977, p. 207. I frutti non si riferiscono qui alle conseguenze della loro predicazione, che possono essere incidentalmente anche buone, ma ai frutti che essa produce nella loro vita . 52 Padres apostólicos. Edición bilingüe completa. Introducción, notas y versión española por Daniel Ruiz Bueno. 4a Edic. Biblio– teca de Autores Cristianos . Madrid 1979, XI, 8.10, p. 89, 29. 40

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