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83 4. Agiscano con ogni comprensione e prudenza, adattandosi ai tempi e alle condi-­‐‑ zioni delle diverse regioni, in modo che i frati manifestino con fiducia, libertà e sincerità il loro parere ed insieme cerchino ciò che porta al rinnovamento costante della nostra vita e allo sviluppo dell’attività. Articolo II L’obbedienza caritativa dei frati N. 165 1. I frati, seguendo le orme del Signore Gesù, che per tutta la vita depose la sua vo-­‐‑ lontà nella volontà del Padre, con il voto di obbedienza offrono a Dio la loro vo-­‐‑ lontà come sacrificio di se stessi, si conformano costantemente alla volontà salvifi-­‐‑ ca di Dio, sommamente amato, e si vincolano al servizio della Chiesa. 2. Inoltre, vivendo nell’obbedienza, insieme alla fraternità scoprono la volontà di Dio con sicurezza maggiore, manifestano la comunione delle tre Persone divine e irro-­‐‑ bustiscono la stessa unione fraterna. 3. In quello spirito di generosità con il quale hanno promesso i consigli evangelici, obbediscano ai superiori in modo attivo e responsabile, con fede ed amore verso la volontà di Dio. 4. Siano pienamente coscienti che l’offerta della propria volontà a Dio fatta sponta-­‐‑ neamente contribuisce moltissimo alla perfezione personale e diventa per gli altri testimonianza del Regno di Dio. 5. Stringendosi a Cristo che, pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì, accettino i limiti delle mediazioni umane della volontà di Dio. Memori che la croce è la prova del più grande amore che esige il dono di se stessi, perseverino nella comunione fraterna vivendo così nella perfetta obbedienza e partecipando all’opera della redenzione. N. 166 1. I frati trattino con carità e rispetto i loro ministri e i guardiani. Pronti ad obbedire ad essi in spirito di fede, manifestino loro il proprio parere e le proprie iniziative in vista del bene comune. Spetta ai superiori, dopo aver valutato tutto volentieri con i frati, decidere e comandare le cose da farsi. 2. È obbedienza vera anche tutto ciò che di bene il frate fa con retta intenzione e di propria iniziativa, quando sa che ciò non è contro la volontà dei superiori e che non incide negativamente sull’unione fraterna. 3. E se qualche volta un frate, dopo un dialogo fraterno, vede cose migliori e più utili di quelle che il ministro gli comanda, sacrifichi a Dio volontariamente le sue e di

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