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56 4. Prima di tutto ricordiamo che la nostra stessa vita dedicata a Dio è un’ottima for-­‐‑ ma di penitenza. 5. Offriamo quindi per la salvezza nostra e degli altri la povertà, l’umiltà, i disagi della vita, il lavoro da compiere con fedeltà ogni giorno, la disponibilità al servizio di Dio e del prossimo e l’impegno a coltivare la vita fraterna, il peso della malattia e degli anni ed anche le persecuzioni per il Regno di Dio. Così, soffrendo con chi soffre, possiamo sempre godere della nostra conformità a Cristo. 6. Seguiamo la stessa via della conversione di san Francesco, andando incontro spe-­‐‑ cialmente a coloro che, nei nostri tempi, sono emarginati e privi di tutto. N. 111 1. Cristo Signore, ricevuta la missione dal Padre e guidato dallo Spirito Santo, nel de-­‐‑ serto digiunò quaranta giorni e quaranta notti. 2. Anche il suo discepolo san Francesco, acceso dal desiderio di imitare il Signore, visse nei digiuni e nelle preghiere. 3. Pratichiamo dunque anche noi il digiuno, la preghiera e le opere di misericordia, che ci conducono alla libertà interiore e ci aprono all’amore di Dio e del prossimo. 4. Siano considerati da noi tempi di più intensa penitenza, sia privata che comunita-­‐‑ ria, l’avvento e soprattutto la quaresima di Pasqua, ma anche tutti i venerdì. 5. Si raccomandano inoltre la quaresima detta “Benedetta”, che comincia dall’Epifania, e le vigilie delle solennità di san Francesco e dell’Immacolata Conce-­‐‑ zione della beata Vergine Maria. 6. In questi giorni dedichiamoci con maggior zelo e sollecitudine a quelle opere che favoriscono la conversione: la preghiera, il raccoglimento, l'ʹascolto della Parola di Dio, la mortificazione corporale e il digiuno in fraternità. Condividiamo fraterna-­‐‑ mente con gli altri poveri ciò che, a causa di una più rigorosa parsimonia, ci pro-­‐‑ viene dalla mensa del Signore e pratichiamo con fervore più grande le opere di misericordia secondo il nostro uso tradizionale. 7. Per quanto riguarda le leggi dell’astinenza e del digiuno, osserviamo le prescri-­‐‑ zioni della Chiesa sia universale che locale. N. 112 1. La nostra vita si conformi al precetto evangelico della penitenza, e perciò sia sem-­‐‑ plice e parca in tutto, come si addice ai poveri. 2. Memori della Passione di Gesù, sull’esempio di san Francesco e dei nostri santi, pratichiamo la mortificazione anche volontaria moderandoci volentieri nel man-­‐‑ giare, nel bere e nei divertimenti, affinché tutto testimoni la nostra condizione di esuli e pellegrini. 3. Tuttavia i ministri e i guardiani, dovendo procurare il necessario, soprattutto per gli infermi, abbiano presente il precetto della carità e l’esempio di san Francesco.

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