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55 C APITOLO VII LA NOSTRA VITA DI PENITENZA N. 109 1. Gesù Cristo, annunciando il Vangelo del Regno, chiamò gli uomini alla penitenza, cioè a quel totale cambiamento di se stessi, per cui cominciano a pensare, a giudi-­‐‑ care e a conformare la propria vita a quella santità e carità di Dio, che si sono ma-­‐‑ nifestate nel Figlio. 2. Questa conversione in una nuova creatura, che inizia con la fede e il battesimo, esige uno sforzo costante di rinuncia quotidiana a noi stessi. 3. Così, vivendo solo per il Signore, con la penitenza instauriamo nuovi rapporti con gli uomini, specialmente con i poveri, e veniamo fortificati per l'ʹedificazione della fraternità evangelica. 4. San Francesco, per grazia del Signore, cominciò la vita di penitenza-­‐‑conversione esercitando la misericordia verso i lebbrosi e compiendo il suo esodo dal secolo. 5. Con grande fervore dello spirito e gaudio della mente impostò la sua vita secondo le beatitudini del Vangelo, predicò incessantemente la penitenza, animando gli uomini con l'ʹopera e con la parola a portare la croce di Cristo, e volle che i suoi fra-­‐‑ ti fossero uomini di penitenza. 6. Lo spirito di penitenza in una vita austera è caratteristica peculiare del nostro Or-­‐‑ dine; noi infatti, sull'ʹesempio di Cristo e di san Francesco, abbiamo scelto la via stretta del Vangelo. 7. Mossi dallo stesso spirito e constatando il peccato in noi e nella società umana, impegniamoci continuamente alla conversione nostra e degli altri per essere confi-­‐‑ gurati a Cristo crocifisso e risuscitato. 8. Con tale impegno, completando in noi ciò che manca ai patimenti di Cristo, parte-­‐‑ cipiamo alla vita della Chiesa, santa e sempre bisognosa di purificazione, e favo-­‐‑ riamo l’unità della famiglia umana nella carità perfetta promuovendo così l'ʹavven-­‐‑ to del Regno di Dio. N. 110 1. La penitenza, in quanto esodo e conversione, è una disposizione del cuore che esi-­‐‑ ge manifestazioni esterne nella vita quotidiana, alle quali deve corrispondere una vera trasformazione interiore. 2. I penitenti francescani devono distinguersi sempre per una carità delicata e affet-­‐‑ tuosa e per la letizia, come i nostri santi, rigidi con se stessi, ma pieni di bontà e di rispetto verso gli altri. 3. In ogni tempo, spinti dallo spirito di conversione e di rinnovamento, dedichiamoci alle opere di penitenza, secondo la Regola e le Costituzioni e come Dio ci ispirerà, affinché il mistero pasquale di Cristo operi sempre di più in noi.

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