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48 premurosa verso il proprio figlio, quanto ciascuno di noi deve esserlo verso il suo fratello spirituale. 3. Ciascuno s’impegni dunque ad aver cura del fratello infermo, a visitarlo volentieri e a confortarlo fraternamente. 4. Il ministro e il guardiano visitino spesso e fraternamente i malati, e non trascurino di sollevare spiritualmente l’animo dell’infermo, personalmente o per mezzo di al-­‐‑ tri e, se lo vedranno colpito da grave malattia, lo avvertano con prudenza della sua condizione e lo dispongano a ricevere i sacramenti. N. 93 1. I frati infermi si ricordino della nostra condizione di frati minori. 2. Lascino la cura di se stessi al medico e a coloro che li assistono, per non violare la santa povertà con danno della propria anima, ma di tutto ringrazino il Creatore. 3. Ricordino che essi, mediante le tribolazioni della malattia e dell’infermità libera-­‐‑ mente accettate, sono invitati, secondo la loro vocazione, ad una più completa con-­‐‑ formità con Cristo sofferente, e procurino di sperimentare, con pio sentimento, in se stessi una piccola parte dei suoi dolori. Imitino Francesco, che lodava il Signore per coloro che sostengono in pace le infermità e le tribolazioni, secondo la sua san-­‐‑ tissima volontà. Ricordino anche che essi, completando nella loro carne ciò che manca alla passione di Cristo redentore, possono contribuire alla salvezza del po-­‐‑ polo di Dio, all’evangelizzazione del mondo e a rafforzare la vita fraterna. N. 94 1. Nel costituire le fraternità si tengano presenti l’indole personale dei frati e le ne-­‐‑ cessità della vita e dell’apostolato. 2. I ministri e i guardiani, primi animatori e custodi della nostra forma di vita, pro-­‐‑ muovano costantemente la vita fraterna in comune. 3. Tutti i frati, come membri della stessa famiglia, partecipino assiduamente agli atti comuni della fraternità, soprattutto alla preghiera comunitaria, dedichino volen-­‐‑ tieri tempo ai fratelli, concordino insieme gli impegni e promuovano il lavoro in collaborazione. 4. Così, sostenendoci vicendevolmente nel comune cammino verso la santità, faremo delle nostre fraternità una casa e scuola di comunione. N. 95 1. Per favorire la quiete richiesta per la preghiera e lo studio e per conservare l’intimità nella convivenza fraterna, l’ingresso degli estranei alle nostre case o abi-­‐‑ tazioni sia regolato con prudenza e discrezione. 2. Per salvaguardare la vita religiosa, nelle nostre case si osservi la clausura o un am-­‐‑ bito riservato solo ai frati.

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