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36 2. A motivo della nostra professione religiosa siamo tenuti a consegnare alla fraterni-­‐‑ tà tutti i beni, compresi stipendi, pensioni, sovvenzioni, assicurazioni che in qua-­‐‑ lunque modo ci pervengono. 3. La fraternità provveda a ogni frate il vitto, il vestito e le cose necessarie per l'ʹeser-­‐‑ cizio del proprio ufficio. Per rispettare la medesima dignità di tutti i fratelli, si eviti ogni forma sia di privilegio che di egualitarismo. Inoltre, si tenga sempre conto che il nostro stile di vita deve costituire una testimonianza di povertà evangelica, di minorità e fraternità nei diversi contesti sociali e culturali. 4. I ministri e i guardiani siano per i frati esempio di minorità nella custodia della povertà e ne promuovano l'ʹosservanza. N. 65 1. Poiché la povertà evangelica è un impegno essenziale della nostra forma di vita, nei Capitoli sia generali che provinciali e locali, prendiamo decisioni sul modo di osservarla sempre più fedelmente con forme convenienti al corso del tempo e alla diversità dei luoghi, e perciò sempre da riformare. 2. Con vicendevole carità e docili allo Spirito del Signore, verifichiamo spesso il no-­‐‑ stro modo di osservare la povertà: il nostro stile di vita personale e comunitario sia sempre semplice e austero, la testimonianza delle nostre fraternità profetica e credibile, la nostra missione nei confronti dei poveri generosa e autentica. Articolo II La povertà riguardo ai beni e al denaro N. 66 1. Osserviamo la povertà che abbiamo promesso, memori delle intenzioni e delle pa-­‐‑ role di san Francesco: “I frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né al-­‐‑ cuna altra cosa”. 2. Usiamo i beni temporali per le necessità della vita, dell'ʹapostolato, della carità, so-­‐‑ prattutto verso i poveri. 3. Perciò, come pellegrini e forestieri in questo mondo, mentre siamo in cammino verso la terra dei viventi, serviamo il Signore in povertà e umiltà. N. 67 1. Come figli dell'ʹeterno Padre, messa da parte ogni ansiosa preoccupazione, ripo-­‐‑ niamo la nostra fiducia nella Provvidenza divina e affidiamoci alla sua bontà infi-­‐‑ nita. 2. Non facciamo quindi provviste eccessive di beni, nemmeno di quelli necessari al vitto.

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